L’IPOTESI DELL’UNIVERSO IN ROTAZIONE

Un periodo di 500 miliardi di anni sarebbe sufficiente a risolvere la tensione di Hubble

by Piero Stroppa

Dagli atomi alle stelle e alle galassie, tutti gli oggetti dell’Universo sono in rotazione. E se questa “regola cosmica” si applicasse allo stesso Universo nella sua interezza?

Secondo uno studio recente, questa ipotesi potrebbe risolvere uno dei grandi misteri della cosmologia: la “tensione di Hubble“, il disaccordo tra i risultati dei due principali metodi per misurare la velocità di espansione dell’Universo.

Un metodo consiste nell’osservare le “candele standard” (stelle e supernove di cui si conosce la luminosità intrinseca) per confrontarne la luminosità apparente e ricavare così le distanze delle galassie in cui si trovano, determinando il tasso di espansione dell’Universo negli ultimi miliardi di anni. L’altro metodo si basa sull’analisi della radiazione cosmica di fondo e consente di stimare il tasso di espansione nei primi istanti di vita dell’universo.

Uno studio recente, guidato da Balázs Endre Szigeti del Centro di ricerca Wigner in Ungheria e da István Szapudi dell’Università delle Hawaii, propone un modello matematico per l’Universo basato sul modello standard dell’espansione, con l’aggiunta di una piccola rotazione.

L’idea di un Universo rotante è da attribuirsi a Kurt Gödel nel 1947, che venne poi appoggiato anche da Stephen Hawking. Lo studio di Szigeti e Szapudi propone un’approssimazione newtoniana del modello di Gödel. Il loro modello suggerisce che l’Universo potrebbe ruotare con un periodo di 500 miliardi di anni, una rotazione troppo lenta per essere rilevata (dalla sua nascita a oggi, avrebbe compiuto un arco di soli10 gradi), ma abbastanza da influenzare l’espansione dello spazio nel tempo. Questo modello con rotazione risolve la tensione di Hubble senza contraddire le attuali misurazioni astronomiche.

L’idea che l’Universo possa ruotare trova un supporto anche nelle recenti osservazioni che suggeriscono una possibile anisotropia nella sua espansione, dedotta da studi nei raggi X. Il prossimo passo sarà trasformare l’ipotesi in un modello completo per trovare i modi che possano permettere di individuare i segni di questa lenta rotazione cosmica.

Nella foto di apertura, star trails ripresi da Gianni Tumino sull’Etna in rotazione, vedi note a questo link.

 

 

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