Quattrocento anni fa, l’8 giugno 1625, nasceva a Perinaldo, oggi piccolo borgo ligure in provincia di Imperia, Giovanni (Gian) Domenico Cassini, valente astronomo sia Bologna, allora parte dello Stato Pontificio, sia a Parigi, alla corte di Luigi XIV. In questo mese di giugno e in quelli a venire sono molti gli eventi organizzati in suo onore, sia a Roma che a Bologna (dove riprogettò la celeberrima meridiana di San Petronio), sia nella natia Perinaldo che a Genova, dove Cassini ha studiato nell’ex collegio dei Gesuiti, oggi sede dell’Università.
In questo numero Gianfranco Benegiamo ne tratteggia gli elementi distintivi del suo carattere e le tappe principali della sua lunga e prestigiosa carriera, costellata di scoperte importanti come la divisione degli anelli di Saturno, che porta il suo nome. E non è un caso se anche la missione che è rimasta in orbita del “Signore degli anelli” per oltre tredici anni, fra il 2004 e il 2017, era a lui intitolata. In queste poche righe mi preme accennare alla modernità del personaggio, nonostante fosse piuttosto conservatore dal punto di vista scientifico. Scienziato di fama internazionale, fu coinvolto sia da parte dei Papi Alessandro VII e Clemente IX che da parte del Re Sole anche in alcuni incarichi che avevano più a che fare con la managerialità e la politica, piuttosto che con la scienza. E come non ricordare il suo rapporto di amicizia con Cristina di Svezia, quando l’imperatrice abdicò e si convertì al cristianesimo, intraprendendo un lungo viaggio verso Roma? Un uomo, insomma, a suo agio a confronto dei potenti della sua epoca e capace di trarre vantaggio da questi suoi legami sia per le sue ricerche che per la sua carriera. Fra l’altro, Cassini ha infatti fondato una sorta di “dinastia” di suoi successori, figli e nipoti, alla direzione dell’Osservatorio di Parigi.
Uno scienziato sicuramente appassionato e impegnatissimo nei suoi studi ma anche molto capace in quelle public relations alle quali ancora oggi troppi scienziati contemporanei guardano invece con distacco, spesso con un senso di superiorità. Ma che si rivelano utilissime, sia al giorno d’oggi sia già 400 anni fa. E che colorano di attualità e di modernità la sua figura di uomo e scienziato del Seicento.
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