Un nuovo vulcano gigante a scudo su Marte

by Marco Sergio Erculiani

È stato scoperto un nuovo vulcano su Marte. Si chiama Noctis Mons ed è appena a sud dell’equatore nella parte orientale di Noctis Labytinthus, a ovest di Valles Marineris, il vasto sistema di canyon del pianeta.

Quello che impressiona sono le sue dimensioni gigantesche, con un’estensione totale che raggiunge i 450 km. Inoltre, la sua complessa conformazione dovuta a una combinazione di fratturazione, erosione termica ed erosione glaciale, è indice di una storia travagliata e indizio che il vulcano è stato attivo per molto tempo.

Il vulcano è molto eroso e per questo non era stato individuato finora. Per il suo studio sono stati utilizzati i dati di varie sonde Esa e Nasa tra cui Mro e Mars Express.

Nella sua parte sud-orientale di questo immenso complesso si trova un sottile e recente deposito vulcanico sotto il quale, probabilmente, è ancora presente del ghiaccio. Questa insolita combinazione di ghiaccio e vulcano gigante è significativa perché fornisce un nuovo luogo per studiare l’evoluzione geologica di Marte, con robot e umani in futuro.

La struttura del vulcano presenta un miscuglio di mesas e canyon stratificati, in special modo nella parte orientale di Noctis Labyrinthus, mentre l’area sommitale centrale è caratterizzata da diverse mesas elevate che formano un arco e raggiungono un massimo per poi scendere in declivi lontano dall’area.

I dolci pendii esterni si estendono fino a 225 km di distanza in diverse direzioni.

Vicino al centro della struttura è visibile il resto della caldera, il cratere vulcanico collassato che un tempo ospitava un lago di lava.

Come da copione, all’interno della struttura sono state rilevate colate laviche, depositi piroclastici con cenere, cenere, pomice e tefra e depositi minerali idrati. Questi ultimi, in particolare, sono strettamente collegati alla storia del vulcano.

Oltre al vulcano, gli autori hanno scoperto un’area di 5000 chilometri quadrati piena di depositi vulcanici all’interno del perimetro del vulcano che presenta un gran numero di tumuli bassi, arrotondati e allungati, simili a vesciche. Tali strutture sono prodotte da sfiati di vapore esplosivo o rigonfiamenti di vapore che si verificano quando una sottile coltre di materiali vulcanici caldi si posa su una superficie ricca di acqua o ghiaccio, il che lo rende un luogo privilegiato per l’astrobiologia e la nostra ricerca di segni di vita.

Il ghiaccio e il fuoco, così vicini e così distanti, ci raccontano ancora una volta una storia lontana, in cui il signore della polvere fa da teatro al grande scorrere del tempo.

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