Le meraviglie dell’Universo di Euclid

by Piero Stroppa

Il telescopio spaziale Euclid, lanciato lo scorso 1° luglio (vedi Cosmo n. 41), osserverà miliardi di galassie, andando a ritroso nella storia dell’Universo fino a dieci miliardi di anni fa. Così tante galassie e così tanto lontane sono necessarie per sviscerare i misteri dell’accelerazione cosmica, cioè il fenomeno per cui l’espansione dell’Universo, da alcuni miliardi di anni, procede a ritmo sempre più sostenuto. Un problema che affligge la cosmologia da 25 anni e che ha richiesto l’introduzione della misteriosa “energia oscura“.

Prima di cimentarsi con questa sfida, il nuovo telescopio spaziale dell’Agenzia spaziale europea ha cominciato ad allenarsi “vicino” a casa. L’oggetto più distante, tra quelli ripresi nelle prime immagini di Euclid presentate al pubblico il 7 novembre, è l’ammasso di galassie del Perseo, situato a 240 milioni di anni luce da noi. La luce di queste galassie è partita quando sulla Terra erano da poco apparsi i dinosauri, ma la loro distanza impallidisce dinanzi ai miliardi di anni luce da cui si affacciano gli oggetti più lontani, che fanno capolino sullo sfondo. L’immagine, oltre a un migliaio di galassie dell’ammasso, mostra più di 100mila galassie ancora più distanti, molte delle quali mai osservate prima d’ora.

Mappare l’Universo

La mappatura di un grandissimo numero di galassie che eseguirà Euclid permetterà di comprendere come la materia oscura ha modellato il cosmo che osserviamo oggi. Nel corso di miliardi di anni, sotto l’attrazione della gravità, questa materia invisibile ha formato strutture filamentose, dando origine alla cosiddetta “ragnatela cosmica” (il cosmic web) che permea l’Universo, nei cui nodi più densi si trovano gli ammassi di galassie come quello del Perseo. “Se non esistesse la materia oscura, le galassie sarebbero distribuite uniformemente in tutto l’Universo”, ha commentato Jean-Charles Cuillandre, ricercatore della collaborazione Euclid presso il Cea Paris-Saclay, in Francia.

La luce delle galassie lontane porta i segni di tutto ciò che ha incontrato sul suo cammino, compresa la materia oscura, che distorce la forma di queste galassie con l’effetto di “lente gravitazionale debole“. Euclid osserverà molti ammassi di galassie come questo, scandagliando una porzione di cielo grande 30mila volte questa immagine, fornendo così una visione 3D della distribuzione di materia oscura nell’Universo. Inoltre, l’evoluzione di questa mappa lungo la storia del cosmo contiene importanti indizi anche sulla energia oscura, cioè la causa dell’espansione accelerata dell’universo.

I risultati di questo “allenamento cosmico” promettono bene: Euclid sembra pronto per “catturare” miliardi di galassie vicine e lontane, misurare le loro proprietà e la loro tendenza ad aggregarsi, e affrontare i segreti dell’Universo oscuro.

Clicca qui per assistere alla conferenza di presentazione ufficiale delle prime immagini di Euclid.

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