Il segnale Wow!, captato nel 1977 dal radiotelescopio Big Ear dell’Ohio State University (vedi figura di apertura), resta una delle icone del progetto Seti (Search of ExtraTerrestrial Intelligence). Si trattò di un picco improvviso e intenso, durato 72 secondi, nella frequenza dell’idrogeno neutro. Per decenni si è discusso se fosse un artefatto terrestre, un fenomeno naturale o addirittura una traccia di intelligenza extraterrestre. Esattamente un anno fa, abbiamo riportato un’interpretazione affascinante (vedi questo link): il segnale Wow! poteva essere spiegato come un bagliore maser astrofisico, una sorgente naturale che emette amplificando la radiazione a microonde.
Adesso arrivano novità importanti. Un nuovo studio, appena pubblicato su arXiv ha analizzato i dati d’archivio originali del progetto Big Ear, rimasti inediti fino a oggi. Non si tratta di ipotesi o speculazioni, ma di un ritorno alle fonti primarie. Con l’aiuto di tecniche moderne, i ricercatori hanno rivalutato in dettaglio le caratteristiche del segnale: intensità reale, durata effettiva, stabilità della frequenza e posizione apparente nel cielo.
Il risultato è una revisione quantitativa che aggiorna e corregge le informazioni tramandate finora solo attraverso i grafici stampati e le note degli anni ’70. Non offre ancora la risposta definitiva sull’origine del Wow!, ma fornisce la descrizione più solida e accurata mai pubblicata. È un passaggio cruciale: qualunque spiegazione, dal maser naturale fino all’ipotesi tecnologica, dovrà ora confrontarsi con questa nuova base scientifica. In altre parole, il Wow! resta un mistero, ma oggi sappiamo con maggiore precisione che cosa è stato registrato. E questo, in scienza, è sempre il primo passo verso la comprensione.
Antonio Pasqua
