La polvere cosmica, ricca di silicati e carbonio, è ovunque ed è fondamentale per la nascita di stelle, pianeti e persino della vita come la conosciamo. Comprendere dove, come e quando si forma ci aiuta a ricostruire la storia dell’Universo e forse anche la nostra sulla Terra. Un recente studio guidato dal Centro nazionale di ricerca nucleare polacco ha gettato nuova luce su questo tema grazie al telescopio spaziale James Webb.
La galassia è Jades-Gs-z6-0, situata a oltre 13 miliardi di anni luce da noi e risalente a un’epoca in cui l’Universo aveva meno di un miliardo di anni. Eppure, il suo spettro rivela la presenza di grani di idrocarburi policiclici aromatici, molecole complesse del carbonio. Una scoperta sorprendente, che potrebbe riscrivere ciò che sappiamo sulla rapidità con cui l’Universo si è arricchito di elementi complessi.
I dati raccolti suggeriscono che la galassia abbia già attraversato un processo rapido e intenso di arricchimento chimico, nonostante si trovi in un’epoca molto giovane dell’Universo. Questo può essere avvenuto grazie a una produzione efficiente da parte delle supernove, oppure a un processo di accrescimento diretto di queste molecole nel mezzo interstellare.
La soluzione del mistero non è facile. Le stelle giganti rosse, che evolvono più lentamente rispetto ai progenitori delle supernove e alle quali viene attribuita la maggior parte della produzione di grani di carbonio nell’Universo locale, potrebbero non avere avuto tempo a sufficienza per produrre questo materiale a quest’epoca della storia dell’Universo. Tra l’altro, l’esplosione delle supernove non è solo all’origine della produzione di polveri, ma induce delle onde d’urto in grado di distruggere gli stessi grani già presenti nel mezzo interstellare.
