All’esposizione universale di Osaka, in Giappone, è stata presentata Futura Suit, il prototipo di tuta spaziale per attività extraveicolari (Eva) realizzato dall’azienda pugliese Rea Space con la collaborazione di altre aziende italiane (Drudi Performance, per il design, Tecnica Group per gli stivali e Irid Technology per la visiera) e dei Politecnici di Milano, Bari e Torino.
L’innovazione principale della tuta è quella di poter essere indossata autonomamente, ma il vero punto di forza è la sua produzione interna. Malgrado le ambiziose missioni interplanetarie, l’Agenzia spaziale europea (Esa) è carente nel programma spaziale umano. Si è sempre appoggiata alla Nasa, ma, ora che gli Stati Uniti stanno tagliando i fondi per la cooperazione, l’Europa rischia di vedere i suoi astronauti lasciati a terra.
“Questo progetto non è solo un traguardo tecnologico, è un manifesto della possibilità”, ha dichiarato il team di Rea Space. “Dimostra che l’Europa può essere protagonista dell’esplorazione spaziale, con soluzioni proprie, umane, innovative.”
Davide Lizzani