Foto di Remote AstroPals: Nebulosa Spaghetti (Sh2-240)
date-526
2025-04-15
Telescopio
Takahashi FSQ-106EDX4
Montatura
Paramount MX+
Camera
QHYCCD QHY600 Pro M
Filtri
Astrodon R/G/B/H-alpha/OIII
Pose
R/G/B 3x(6×180″), H-alpha/OIII 2x(48×600″)
Elaborazione
APP, PixInsight, PS
Message
Situata al confine tra le costellazioni del Toro e dell’Auriga, Sh2-240, nota anche come Simeis 147, è un vasto e complesso resto di supernova. Nonostante le sue immense dimensioni angolari – quasi tre gradi di diametro, ovvero circa sei volte la dimensione apparente della Luna piena – questa struttura è appena visibile in luce ottica, e richiede tecniche di imaging avanzate per rivelarne i deboli filamenti di gas ionizzato.
Simeis 147 fu identificata per la prima volta nel 1952 dagli astronomi sovietici Grigory Shajn e Vera Gaze presso l’Osservatorio di Simeis. Utilizzando un telescopio Schmidt dotato di filtri a banda stretta, registrarono lastre fotografiche profonde che rivelarono una grande e debole struttura nebulosa. Successivamente fu inclusa nel Catalogo Sharpless delle regioni HII come Sh2-240. Successivi studi spettroscopici e osservazioni radio rivelarono che l’oggetto non è una regione di idrogeno ionizzato, ma un resto di supernova.
Sh2-240 si trova a una distanza stimata di circa 1470 parsec, ovvero circa 4800 anni luce dalla Terra. Ha un diametro fisico di circa 150 anni luce, il che lo rende uno dei più grandi resti di supernova conosciuti nella Via Lattea. Il resto ha una geometria quasi sferica, ma è altamente frammentato. La sua apparente debolezza e le grandi dimensioni angolari lo rendono un oggetto di difficile osservazione, che richiede immagini sensibili e lunghe esposizioni.
La struttura di Sh2-240 è prevalentemente filamentosa, costituita da lunghe e strette catene di gas ionizzato modellate dall’interazione delle onde d’urto con il mezzo interstellare circostante. Questi filamenti sono composti da idrogeno-alfa (Hα), ossigeno doppiamente ionizzato (OIII) e zolfo singolarmente ionizzato (SII). Le immagini ottiche e a banda stretta evidenziano chiaramente queste componenti, in particolare l’emissione di Hα, che traccia il fronte ad alta energia del guscio in espansione.