Foto di Dario Giannobile: Heavenly embrace over the springs of Maletto
Luogo
Maletto
date-526
2025-04-02
Camera
canon 6dmod
Filtri
optolon lpro
Pose
Canon 6dmod, Samyang 12mm f/2.8, 30 sec, x 55 iso 3200,
Elaborazione
PS + sequator
Message
Da tempo accarezzavo il sogno di raccontare una storia sulle Favare di Maletto. Una storia fatta di luce, silenzio e stelle. Immaginavo di catturarne l’anima nella quiete della notte, con l’arco della Via Lattea a cingerle come un abbraccio celeste.
In primo piano scorre un ruscello: acqua viva che nasce da sorgenti naturali.
Favare — così si chiamano — un nome che viene da lontano, dall’arabo al fawra, che significa “acqua che sgorga”.
E in effetti sgorgano davvero, spontanee, dal cuore del suolo vulcanico, quando la primavera scioglie le nevi e le piogge risvegliano la terra. Da lì nascono questi fili d’acqua che si intrecciano e corrono verso il Simeto.
La scena racchiusa nell’immagine è un piccolo incanto: il ruscello che si apre la strada tra le rocce; la vegetazione che dipinge la sciara di verdi intensi; un albero che si protende, quasi a voler accarezzare l’acqua che passa; l’Etna in lontananza, che si mostra con il fuoco di parossismo che alimenta il cratere di sud est. E poi, sopra tutto, la Via Lattea: un fiume di stelle che scorre silenzioso, specchio del fiume terrestre, in un gioco di interazione tra cielo e terra.
Ma c’è un ultimo dettaglio, quasi invisibile, che svela una presenza discreta: il treppiede fotografico del mio compagno di cammini notturni, Orazio.