Le stelle sono come gli animali allo stato selvatico. Possiamo vederle giovani, ma non la nascita vera e propria, che è un evento nascosto e segreto (Heinz R. Pagels).
Alcuni ricercatori dell’Università del Maryland, utilizzando i dati raccolti dal telescopio dall’Osservatorio Stratosferico per l’Astronomia infrarossa (Sofia), hanno rilasciato una delle immagini più incredibili degli ultimi anni. Si tratta di una fotografia ad alta risoluzione di una bolla in espansione di plasma caldo e gas ionizzato, la RCW 49, che circonda l’ammasso stellare Westerlund 2. Si tratta di un luogo dove nascono le stelle, osservato grazie alla radiazione emessa dall’ammasso attraverso l’intero spettro elettromagnetico, dai raggi X ad alta energia alle onde radio a bassa energia.
Le stelle massicce non si formano in sordina ma sono malate di protagonismo. Quando nascono, rilasciano grandi quantità di energia, che possono generare atomi di metalli pesanti. Stiamo parlando dei venti stellari, vere e proprie raffiche di gas elettricamente neutro o elettricamente carico emesse dall’atmosfera superiore della stella e che sono in grado di soffiare e modellare bolle nelle nuvole circostanti di gas freddo e denso. Le superfici di queste bolle in espansione sono fatte di un denso gas di carbonio ionizzato, e formano una sorta di guscio esterno intorno alle bolle.
All’interno di questi gusci si attiva la scintilla per formare nuove stelle. Pensate ad un calderone di una strega che sta preparando una pozione di stelle. All’interno della pentola le bolle che racchiudono gli ammassi stellari si sovrappongono e si mescolano con le nuvole di gas circostante in un guazzabuglio luminoso, rendendo difficile distinguere le superfici delle singole bolle. Grazie alle analisi dettagliate operate in questo studio è possibile sapere quanto velocemente il carbonio della bolla si sta muovendo verso o lontano da noi. Grazie all’effetto Doppler, il colore cambia leggermente a seconda della velocità degli ioni di carbonio. Secondo le simulazioni, la bolla all’esterno di Westerlund 2 si espanse e poi, circa un milione di anni fa, si ruppe su un lato, rilasciando plasma caldo e rallentando l’espansione del guscio. Poi, circa 200-300mila anni fa, un’altra stella brillante in Westerlund 2 si evolse e la sua energia ha rinvigorì l’espansione del guscio. Una sorta di staffetta che passa il testimone di luce da una stella all’altra.
Come diceva Carl Sagan, l’uomo ha incominciato a comprendere la sua origine: è materia stellare che medita sulle stelle. In pratica, l’universo che contempla sé stesso.