Atterrata la capsula con i campioni di asteroide

è Arrivata puntuale a Salt Lake City la "capsula del tempo"

E’ arrivata a Terra la capsula rilasciata dalla sonda Osiris-Rex della Nasa, con il suo prezioso carico di 255 grammi di campioni prelevati dal suolo dell’asteroide Bennu. “E’ una capsula del tempo”, hanno detto gli esperti della Nasa, riferendosi al fatto che i campioni potrebbero raccontare molto sia sull’origine del Sistema solare, sia sugli elementi necessari per assemblare le molecole alla base della vita. La sonda è atterrata nel deserto dello Utah, nell’area della base Uttr (Utah Test and Training Range) del Ministero della Difesa degli Stati Uniti.
Appare integra la capsula rilasciata dalla sonda e atterrata con il suo prezioso carico di campioni. Lo indicano le prime immagini rilasciate dagli elicotteri che hanno raggiunto il luogo dell’atterraggio per le operazioni di recupero. Queste ultime sono appena iniziate e i tecnici si stanno avvicinando alla capsula. Per sicurezza, hanno le mani protette da guanti e il viso da una maschera, per proteggersi dall’eventuale rilascio di sostanze nocive.
La sonda Osiris-Rex aveva rilasciato la capsula circa tre ore prima e ha completato così la sua missione partita nel 2016. Pertanto, dopo 7 miliardi di chilometri in viaggio nel cosmo, per la prima volta un veicolo spaziale ha trasferito sulla Terra i campioni di un asteroide lontano centinaia di milioni di chilometri. Tra gli astronomi che prendono in custodia il prezioso carico, vi sono anche gli astrofisici italiani dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) John Robert Brucato, Elisabetta Dotto e Maurizio Pajola.

Osiris-Rex era stata lanciata da Cape Canaveral con un razzo Atlas V l’8 settembre 2016. Raggiunto l’asteroide Bennu, il 20 ottobre 2020 aveva “grattato” con un piccolo braccio meccanico il suolo del piccolo corpo celeste, che ha un diametro di 560 metri ed è di tipo “carbonaceo”. La sua orbita lo porta ad avvicinarsi alla Terra ogni sei anni ed è quindi considerato uno degli asteroidi potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta, anche se le probabilità di impatto sono molto, molto basse, e calcolate nell’arco dei prossimi secoli: si calcola un (possibile) impatto nel 2182. Bennu è continuamente monitorato, e lo studio sulle sue caratteristiche e consistenza potrà servire (anche) per una possibile missione come quella di Dart, che ha dimostrato che deviando anche di poco la traiettoria dell’asteroide, è possibile scampare al pericolo potenziale.

Nel suo viaggio, Osiris-Rex è stata guidata da un sensore d’assetto, chiamato Autonomous Star Tracker, realizzato da Leonardo a Campi Bisenzio (Firenze). Durante tutta la durata della missione, ha fornito i dati sulla posizione della sonda, grazie alla mappa stellare memorizzata nel suo software, che conta più di 3000 stelle: questo sensore determina dieci volte al secondo l’orientamento del satellite e fornisce al computer di bordo le informazioni per tenerlo sulla rotta prestabilita.

E ora, in Leonardo, realizzano una bussola cosmica e i pannelli solari per la prossima sonda europea Hera, destinata all’asteroide Dydimos, mentre Osiris-Rex ha ripreso il suo viaggio cosmico, destinato ora a un altro asteroide “pericoloso”, Apophis.

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