Pioggia coronale sul Sole

gocce di plasma incandescente spesse 250 km ricadono verso la fotosfera

Immagine del Sole scattata da SolO il 30 marzo 2022. In rosso le traiettorie della pioggia solare.

Uno studio europeo, capitanato dalla Northumbria University del Newcastle, ha sfruttato il Solar Orbiter (SolO) dell’ESA per indagare la corona, cioè la parte più esterna dell’atmosfera solare. Dalla sua posizione a soli 49 milioni di km, un terzo della distanza Terra – Sole, SolO ha potuto scattare le immagini più dettagliate mai ottenute di questa misteriosa regione. Non è ancora chiaro come sia possibile che la corona possa superare il milione di gradi di temperatura, mentre la superficie solare non arriva a 6000.

La luce prodotta dalla corona è tuttavia molto più debole di quella della superficie solare in quanto estremamente più rarefatta. Può quindi essere vista a occhio nudo solo durante le rare eclissi totali di Sole, e la prossima sarà visibile dal Messico l’8 aprile 2024 per la quale Cosmo ha organizzato un grande viaggio aperto a tutti gli interessati.

La bassa densità della corona è responsabile anche del fenomeno osservato da SolO: nelle zone più rarefatte la temperatura diminuisce e la materia solare si condensa per poi precipitare come pioggia verso la superficie. Le “gocce” sono però in questo caso dei grumi di plasma incandescente grandi 250 km che ricadono a centinaia di km al secondo. Le immagini di SolO sono state le prime a mostrare gli impatti di questo plasma sulla superficie solare. Una breve e intensa luminosità è seguita da un’ondata di plasma che si innalza verso l’alto e onde d’urto che riscaldano il gas sovrastante.

“La corona solare interna è così calda che probabilmente non riusciremo mai a sondarla in loco”. Ha dichiarato Patrick Antolin, primo firmatario dello studio, “Tuttavia, SolO orbita abbastanza vicino al Sole da poter rilevare i fenomeni su piccola scala che si verificano all’interno della corona, come l’effetto della pioggia, consentendoci di sondare indirettamente dell’ambiente coronale, un passo fondamentale per comprenderne la composizione e la termodinamica”.

Immagine del Sole scattata da SolO l’1 aprile 2022. In rosso le traiettorie della pioggia solare.

La sonda Parker Solar Probe della Nasa si può avvicinare molto di più al Sole, ma non ha i telescopi adatti per analizzare la corona. SolO li ha, e sono anche in grado di raggiungere una risoluzione spaziale doppia rispetto a quella dell’altra sonda Nasa dedicata alla nostra stella, il Solar Dynamic Observatory. La scienza europea sta quindi raccogliendo informazioni preziose su una regione del Sole che da decenni confonde gli astrofisici e da millenni affascina l’umanità intera.

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