L’addestramento inizia oggi, 4 aprile. Sarà lungo, e faticoso, ma è una missione storica. E la presentazione è avvenuta ieri. Quella del primo equipaggio lunare sin dai tempi del Programma Apollo . Sarà infatti un altro mese di dicembre, quello in cui nel 2024 il razzo vettore SLS con la navicella Orion riporterà astronauti verso la Luna, a 52 anni esatti dall’ultimo allunaggio, quello dell’Apollo 17.
Come da programma, non sarà una missione che prevede uno sbarco sulla superficie lunare, ma una lunga circumnavigazione della Luna, come fu per Apollo 8 nel 1968. Questa volta però non saranno 6 giorni di missione, ma 26. Il successo pieno della prima missione Artemis I dello scorso novembre-dicembre ha quindi portato la Nasa e i suoi partner internazionali a confermare per fine 2024 la prima missione con equipaggio. E nel successo totale, vi sono anche i risultati scientifici degli apparati montati nei tre manichini che hanno volato nella Orion, soprattutto i dosimetri che hanno misurato l’intensità della radiazione ionizzante. Insomma, si può procedere e il conto alla rovescia è iniziato.
“Andiamo sulla Luna, e sarà il primo passo per poi puntare a Marte”
Ce l’aveva promesso, in novembre, Sam Scimemi, uno dei responsabili NASA del Programma Artemis, quando lo intervistammo e ci anticipò che per i primi mesi del 2023, considerato il pieno successo della missione senza astronauti Artemis I, sarebbe stato annunciato il primo equipaggio Terra-Luna. Ed entro fine anno verrà annunciato quello del primo sbarco di Artemis, con la missione III, prevista entro fine 2025.
A questo proposito, l’agenzia ha identificato 13 regioni candidate vicino al polo Sud lunare e ogni regione contiene più potenziali siti di atterraggi. Se anche questa missione sarà un successo, il razzo vettore SLS, alto 97 metri con in vetta la navicella Orion, verrà riportato alla rampa di lancio 39B del Kennedy Space Center per inviare sino alla Luna gli astronauti della missione Artemis III, la cui partenza è prevista ancora in un dicembre, del 2025.
Mentre nel 2026 partirà Artemis IV, la prima che prima di allunare farà uso della stazione cislunare Gateway, alla cui realizzazione partecipa l’Italia tra i protagonisti principali dello sviluppo e realizzazione di tre dei moduli abitabili. Quella missione utilizzerà una variante dell’astronave Starship di SpaceX, la HLS, che fungerà da modulo di discesa per l’atterraggio vero e proprio. E la NASA ha recentemente svelato le nuove tute spaziali che gli astronauti utilizzeranno in quell’occasione. Il prototipo è stato sviluppato da Axiom Space sulla base dei modelli progettati dalla NASA, e dalla sua offrirà maggior flessibilità e comodità rispetto ai modelli utilizzati con le missioni Apollo.
I quattro di Artemis II
Che i tempi, rispetto all’Apollo, siano cambiati, e non solo dal lato strettamente tecnologico, lo dimostra lo stesso equipaggio. All’epoca astronauti solo statunitensi, solo maschi e nessun astronauta di colore. Ma chi sono i primi quattro astronauti scelti per una missione del nuovo Programma di esplorazione lunare Artemis?
Reid Wiseman, comandante della missione, ha prestato servizio come ingegnere di volo a bordo della Stazione spaziale internazionale per la Expedition 41. Durante la missione, di 165 giorni, Wiseman e i suoi compagni di equipaggio hanno trascorso centinaia di ore conducendo preziose ricerche scientifiche in aree come fisiologia umana, medicina, scienze fisiche, scienze della Terra e astrofisica. Wiseman ha anche avuto una forte presenza sui social media durante la sua missione, condividendo foto, tweet personali e brevi video sulla vita a bordo della stazione. Si è trattato del primo volo spaziale di Wiseman, che lo ha portato a condurre quasi 13 ore di passeggiate nello spazio.
Victor J. Glover è stato selezionato come astronauta nel 2013 mentre prestava servizio come membro del Senato degli Stati Uniti. Di recente ha preso parte alla missione SpaceX Crew-1, denominata Resilience, conclusasi il 2 maggio 2021. È stata la prima missione di certificazione operativa della navicella spaziale Crew Dragon di SpaceX, il secondo volo con equipaggio per quel veicolo della compagnia di Elon Musk, e una missione di lunga durata a bordo della Stazione spaziale internazionale. Ha servito come ingegnere di volo sulla Stazione spaziale internazionale nella Expedition 64.
Christina Hammock Koch è stata selezionata come astronauta della NASA nel 2013. E’ stata ingegnere di volo sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per le Expedition 59, 60 e 61. Koch ha stabilito un record per il volo spaziale singolo più lungo di una donna con un totale di 328 giorni nello spazio e ha partecipato alle prime passeggiate spaziali tutte al femminile.
Jeremy Hansen è al suo debutto nello spazio, e ha conseguito una laurea in scienze spaziali (prima classe e lode) presso il Royal Military College of Canada a Kingston, Ontario (1999). Ha conseguito un master in fisica presso la stessa istituzione, con un focus di ricerca sul monitoraggio satellitare ad ampio campo visivo. Jeremy Hansen ha partecipato al programma Caves dell’Agenzia spaziale europea (ESA) in Sardegna, alla quale hanno preso parte, nelle diverse spedizioni, anche astronauti italiani. È stato un membro dell’equipaggio di Neemo 19 sul fondo dell’oceano nell’habitat Aquarius al largo di Key Largo, in Florida, dove per sette giorni si è simulata l’esplorazione dello spazio profondo. L’addestramento è iniziato. Sarà lungo (quasi due anni). Ma, come ricordano gli astronauti, con queste missioni si lascerà per davvero la Terra, “missioni così meritano una lunga attesa e una meticolosa preparazione”.