Sono nascosti nelle profondità dei ghiacci dell’Antartide, hanno un ruolo cruciale nella loro struttura e possono influenzarne il movimento e la stabilità: sono i laghi subglaciali, al centro di uno studio coordinato dalla Scuola della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Leeds.
La ricerca si è basata sui dati della missione spaziale CryoSat dell’Esa (vedi immagine di apertura), lanciata nel 2010 con lo scopo di misurare lo spessore del ghiaccio polare, per monitorare i cambiamenti nelle calotte glaciali dell’Antartide e della Groenlandia. Il suo principale strumento è un radar altimetrico, progettato appositamente per queste ricerche, simili a quelle condotte per la ricerca di bacini nascosti su Marte.
Gli autori dello studio, utilizzando le informazioni raccolte da CryoSat dal 2010 al 2020, hanno identificato 85 nuovi laghi subglaciali, situati a profondità di diversi chilometri sotto la superficie ghiacciata dell’Antartide.
Questa scoperta, che porta a 231 il numero di questi laghi sinora noti, getta nuova luce sulla realtà di questi bacini che si svuotano e si riempiono ciclicamente e quindi offrono uno spaccato dei processi che avvengono sotto la calotta glaciale antartica. Gli studiosi hanno anche individuato nuovi percorsi di drenaggio, tra cui cinque reti di laghi subglaciali connesse tra loro.
Mappa dei laghi subglaciali (Esa/S. Wilson et al.)
CryoSat è stato in grado di rilevare i cambiamenti nello spessore del ghiaccio antartico, che si innalza e si abbassa in base al riempimento e al drenaggio dei laghi; un fenomeno che mostra un inattesa dinamica dell’idrologia antartica.
I laghi in questione sono costituiti da acque di fusione subglaciale che possono ridurre l’attrito tra il ghiaccio e il suo letto roccioso, facendo accelerare lo scivolamento del ghiaccio verso l’oceano. Non tutti i laghi subglaciali sono attivi; molti sono stabili, come il grande Lago Vostok che si trova sotto la piattaforma glaciale antartica orientale.
