La salute del futuro passa dai satelliti. Nell’era della digital health, tecnologie avanzate e dati satellitari si rivelano strumenti essenziali per affrontare sfide globali come la telemedicina, la salute mentale, la gestione delle pandemie e delle emergenze climatiche.
Un esempio concreto è il successo della nona edizione del Cassini Hackathon, svoltasi dal 16 al 18 maggio 2025 in dieci Paesi europei, tra cui l’Italia. L’evento, promosso dalla Commissione Europea e organizzato a Bologna da Teseas e Fondazione Amaldi, ha coinvolto centinaia di giovani talenti nella creazione di soluzioni innovative basate sull’uso dei dati satellitari provenienti dai programmi europei Copernicus e Galileo.
Tre sfide, un’unica risorsa: lo spazio
I partecipanti, suddivisi in team multidisciplinari, hanno lavorato su tre sfide principali:
- Telemedicina avanzata
- Gestione delle pandemie future
- Supporto alla salute mentale
Guidati da esperti e mentor del settore, i giovani hanno dimostrato come l’intelligenza artificiale e il machine learning possano trasformare la mole di dati satellitari in strumenti concreti per il benessere pubblico.
“Dati su inquinamento, aree verdi o accesso alle cure possono oggi essere raccolti e analizzati in tempo reale – spiega Irene Miggiano, project manager di Teseas – creando una rete virtuosa tra tecnologia, medicina e sostenibilità”.
Dati spaziali al servizio della salute
Durante i panel scientifici, è emersa una visione chiara: il futuro della sanità è connesso, personalizzato e basato sulla gestione proattiva delle emergenze. Come sottolinea Giovanni Rinaldi della Società Italiana di Telemedicina:
“Le tecnologie spaziali permettono di assistere pazienti isolati, prevenire epidemie e migliorare l’accesso alle cure. Ora serve un’organizzazione capillare per renderle disponibili a tutti”.
Una nuova generazione di innovatori
Tra le città coinvolte nell’Hackathon, oltre a Bologna, anche Innsbruck, Aarhus, Vilnius, Strasburgo e altre. A rappresentare l’entusiasmo della generazione Z c’è Luca Boschi, presidente di SEDS Italy:
“Siamo giovani di Paesi diversi ma uniti dalla passione per lo spazio e dall’idea che le tecnologie spaziali possano costruire una società più giusta e in salute”.