L’anno che si è appena concluso va considerato come tra quelli che vantano il maggior numero di missioni inviate verso la Luna sin dagli anni del decennio Sessanta, cioè quelle preparatorie per gli sbarchi del Programma Apollo.
Il prossimo sbarco però si fa ancora attendere, così come la prima circumnavigazione della Luna, con la missione Artemis 2, che era prevista nel 2025, e rinviata ad aprile 2026, con il primo sbarco al 2027.
Nel frattempo, sono proseguite le attività in orbita, sulla Stazione spaziale internazionale: in gennaio l’Italia ha potuto vantare un suo astronauta in orbita con la missione Axiom-3 sulla capsula Crew Dragon: Walter Villadei, colonnello dell’Aeronautica Militare, si aggiunge così agli italiani in orbita, dal 1992.
Un ottobre ricco di appuntamenti, nello spazio e sulla Terra
Ed è proseguita regolarmente la sequenza di lanci di equipaggi verso la Iss, con equipaggi misti russo-statunitensi, inviati con cadenze bimestrali sia con le capsule Crew Dragon da Cape Canaveral, che con le Sojuz russe da Bajkonur.
E intanto l’Asia, con Cina, Giappone e India, procede nei suoi successi spaziali nel 2024 così come sarà nel 2025, tra lanci di astronauti e invii di sonde interplanetarie. E nel frattempo, l’Europa spaziale si è riscattata nel settore dei lanciatori. Ma è stata SpaceX a farla da padrona con un gran numero di lanci e centinaia di satelliti inviati in orbita, compresi quelli della celebre costellazione di mini-satelliti Starlink .
Ottobre è stato un mese intenso. Oltre al più grande successo dei test dell’astronave Starship, di SpaceX, è stata effettuata con successo la missione Polar Dawn su una capsula Crew Dragon, con a bordo il primo equipaggio di una missione privata di astronauti non professionisti, ad aver compiuto una “passeggiata spaziale”. La prima tentata da astronauti privati che, sia pure timidamente, hanno tentato l’uscita nel vuoto spaziale.
In ottobre, si è svolto e con grande successo con numeri record anche per il Congresso Mondiale di Astronautica, lo IAC 2024, che si è tenuto in Italia, a Milano.
Inoltre, il giorno 7, con un razzo Falcon 9 di SpaceX, è partita anche l’ambiziosa missione europea, dell’Esa, chiamata Hera, destinata a studiare gli effetti dell’impatto, avvenuto nel 2022, della sonda Nasa Dart sul satellite Dimorphos, dell’asteroide Didymos.
Con sé, la sonda accompagna due mini-satelliti, uno dei quali chiamato Milani, è stato realizzato a Torino dalla Tyvak (Gruppo Terrain Orbital), per studiare la struttura e la composizione di Dimorphos.
Tutti sulla Luna
Ma il 2024 era iniziato con il successo di una missione giapponese. La sonda Slim si è posata sul suolo lunare il 19 gennaio, anche se con difficoltà. L’atterraggio non è stato morbido e la sonda non è caduta in piedi, ma si è adagiata su un lato. Nonostante ciò, la missione è considerata un grande successo per l’Agenzia spaziale giapponese Jaxa: ha dimostrato la fattibilità di un allunaggio di precisione. Inoltre, è stata anche la prima sonda sulla superficie a sopravvivere a intere notti lunari senza l’ausilio di riscaldatori nucleari.
Il mese successivo è stata la volta di IM-1, la prima missione del Programma Clps (Commercial Lunar Payload Services) della Nasa. Lanciata a febbraio, ha segnato il ritorno di un veicolo spaziale statunitense sulla Luna, 51 anni dopo la Missione Apollo 17 con equipaggio. L’obiettivo primario di IM-1 era quello di dimostrare la fattibilità di un allunaggio morbido in una regione specifica del nostro satellite naturale: il cratere Malapert A, situato nelle vicinanze del Polo Sud lunare. Questa zona è stata scelta per la sua rilevanza scientifica, in quanto si ritiene che possa ospitare significative quantità di acqua sotto forma di ghiaccio, una risorsa cruciale per future missioni con equipaggio.
La Cina sempre più lunare
La Cina ha proseguito con i suoi lanci di sonde automatiche, confermando di voler inviare astronauti, o meglio “taikonauti”, sulla Luna entro e non oltre il 2030. Una coppia di sonde gemelle, le DRO-A e DRO-B, sono partite insieme il 13 marzo con un lanciatore Lunga Marcia 2C.
Sempre da parte dell’agenzia spaziale della Cina, una settimana dopo le due sonde DRO è partita invece una missione del programma Chang’e, quello del satellite Queqiao-2. Lo scopo primario del satellite è quello di fungere da relè di comunicazione tra la Terra e le future missioni lunari cinesi, in particolare quelle dirette verso il lato nascosto della Luna. Per buona parte della sua orbita, Queqiao-2 è in grado di mantenere una linea di vista sia con la Terra che con dei punti strategici della Luna, in particolare la faccia nascosta e il Polo Sud lunare, superando così il problema delle comunicazioni dirette per le prossime missioni lunari cinesi in programma. Oltre al suo ruolo di ponte radio, Queqiao-2 è dotato di una serie di strumenti scientifici che lo rendono un vero e proprio osservatorio spaziale.
Infine, la missione più complessa, e storica, del 2024: la Chang’e 6. Lanciata in maggio, Chang’e 6 ha compiuto un’impresa mai effettuata precedentemente: raggiungere il lato nascosto della Luna, prelevare campioni di suolo lunare e riportarli sulla Terra. Questa regione, nascosta alla vista dalla prospettiva del nostro pianeta, resta ancora un po’ misteriosa e non è mai stata esplorata. Il satellite Queqiao-2 ha agito come un ponte radio, permettendo di mantenere una comunicazione costante tra la Terra e Chang’e 6, soprattutto durante le fasi più critiche della missione. Dopo aver prelevato i campioni di suolo lunare, il modulo di ascesa di Chang’e 6 ha effettuato un rendez-vous in orbita lunare con il modulo di servizio, contenente il modulo di rientro. Quest’ultimo, dopo un lungo viaggio, ha rilasciato nell’atmosfera terrestre una capsula contenente i preziosi campioni lunari.
L’Europa si rilancia con lanciatori, sonde e osservazione della Terra
Il 2024 è stato anche l’anno del riscatto europeo nel settore lanciatori. Dalla base di Kourou, in Guyana Francese, si è sentito nuovamente il rombo dei motori di un razzo potente: l’Ariane 6, dell’Esa era al suo primo lancio, ed è stato un successo. Il successore dell’Ariane 5 è decollato lo scorso 9 luglio per poi rilasciare alcuni piccoli satelliti in orbita circolare terrestre. Il volo inaugurale, VA 262, nella versione con soli due booster a combustibile solido, che si sono separati con puntualità 137 secondo dopo il distacco dalla piattaforma di Kourou. Il motore dello stadio superiore si è poi acceso per portare Ariane 6 con i suoi satelliti in orbita ellittica terrestre di 300 per 600 chilometri. Il motore Vinci dello stadio superiore si è acceso per due volte, completando il successo del battesimo al lancio del nuovo razzo europeo.
I due booster sono derivati dal razzo Vega C, lanciatore meno potente ma versatile, e comunque più potente del precedente Vega detto “di base”. Il razzo, costruito quasi interamente in Italia da Avio, a Colleferro, ha ripreso i lanci dopo un anno e mezzo di stop forzato a causa del fallimento del lancio precedente. E così lo scorso dicembre, Vega C è ripartito da Kourou e questa volta tutto è filato liscio.
I quattro stadi del razzo dell’Esa hanno posizionato nella sua corretta orbita operativa una nuova “sentinella” spaziale del pianeta Terra, il Sentinel 1C. Avrà il compito di fornire immagini radar chiave della superficie terrestre, per una vasta gamma di servizi Copernicus e applicazioni scientifiche. Fornirà immagini radar della superficie terrestre per una vasta gamma di servizi scientifici e applicazioni nell’ambito del Programma Copernicus. La missione sarà in grado di catturare immagini giorno e notte, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche.
I test di Starship
La grande astronave di SpaceX è stata testata per altre quattro volte nel 2024, dopo i primi due test del 2023. E un po’ alla volta sono stati compiuti dei miglioramenti. Soprattutto il 13 ottobre, al test numero 4, quando tutto il razzo Super Heavy, alto 72 metri e dotato di 33 motori a combustibile solido è rientrato autonomamente alla base di Boca Chica, ed è stato afferrato con successo dai bracci della torre di lancio.
Nel 2025 si prevedono altri cinque test, con l’astronave Starship, in nuova versione, alta 45 metri, che finalmente verrà posizionata in orbita (sinora ha compiuto voli suborbitali di circa un’ora), quasi certamente con il test numero 8 previsto in primavera 2025.
Il programma di Starship è strettamente collegato al Programma Artemis, a guida Nasa ma con l’Europa principale collaboratrice al ritorno degli astronauti sulla Luna. L’Italia, con Asi e l’industria di settore, è fortemente coinvolta nel programma, soprattutto con lo sviluppo dei moduli abitativi della Stazione cislunare Gateway.
L’esplorazione planetaria e solare
Nel 2024, l’esplorazione planetaria ha visto anche il lancio e l’avanzamento di diverse missioni spaziali di rilievo. Ecco i principali eventi riguardanti le sonde spaziali. Oltre alla già citata Hera e alle sonde lunari:
Lancio della missione Europa Clipper: La Nasa ha lanciato la sonda Europa Clipper, destinata a studiare Europa, una delle lune di Giove. La missione mira a investigare l’oceano sotterraneo di Europa e valutare la sua potenziale abitabilità. Il viaggio verso il sistema gioviano durerà circa sei anni, con l’arrivo previsto nel 2030.
Missione Martian Moons eXploration (MMX): L’agenzia spaziale giapponese Jaxa ha lanciato la missione MMX, progettata per esplorare le lune di Marte, Phobos e Deimos. L’obiettivo principale è raccogliere campioni da Phobos e riportarli sulla Terra entro il 2029, per comprendere meglio l’origine di queste lune e la storia del sistema marziano.
Missione EscaPADE: La Nasa ha avviato la missione EscaPADE (Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers), composta da due sonde, Blue e Gold, progettate per studiare la magnetosfera di Marte. L’obiettivo è comprendere come il vento solare ha influenzato la perdita atmosferica del pianeta nel corso del tempo.
Proseguimento della missione BepiColombo: La missione congiunta Esa-Jaxa, BepiColombo, ha continuato il suo viaggio verso Mercurio, effettuando sorvoli ravvicinati per aggiustare la sua traiettoria. Il suo arrivo in orbita attorno al pianeta è previsto per la fin del 2025.
Missione solare della Parker Solar Probe: La sonda della Nasa ha effettuato una serie di passaggi record vicino al Sole, avvicinandosi fino a 6,1 milioni di chilometri dalla superficie solare. Durante questi sorvoli, la Parker ha raccolto dati cruciali sulla corona solare e sul vento solare, contribuendo a una comprensione più approfondita dei fenomeni solari.
In particolare, il 24 dicembre 2024, la Parker ha raggiunto il suo perielio, avvicinandosi a soli 6,1 milioni di chilometri dal Sole e viaggiando a una velocità di circa 690.000 km/h. Questo passaggio ha permesso alla sonda di attraversare regioni della corona solare mai esplorate prima, raccogliendo dati che potrebbero rivoluzionare la nostra comprensione dei processi solari.
Questi eventi rappresentano passi significativi nell’esplorazione del Sistema solare, ampliando la nostra comprensione dei corpi planetari e delle loro caratteristiche e dell’impatto del Sole sul sistema planetario.