All’Accademia Nazionale dei Lincei, il giorno del solstizio

La più antica accademia scientifica del mondo ha chiuso l’Anno Accademico con una importante cerimonia, in presenza del Capo dello Stato

by Paola Antolini

Giovedì 20 giugno 2024 è iniziata in coincidenza con la giornata del Solstizio d’Estate, la cerimonia di chiusura dell’Anno Accademico 2023-2024 dell’Accademia Nazionale dei Lincei, caratterizzata dal conferimento di numerosi premi. La cerimonia si è svolta a Palazzo Corsini, a Roma, al cospetto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Roberto Antonelli, del Vice-Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei per le Scienze, premio Nobel Giorgio Parisi.

I Premi «Antonio Feltrinelli Giovani», relativi alle Scienze astronomiche, istituiti dal 2017, torniamo un attimo sulle origini della fondazione di questa importante e straordinaria iniziativa filantropica, decisa da Antonio Feltrinelli nel 1935, sul modello della celebre fondazione di Alfred Nobel, amministrata dall’Accademia delle Scienze di Svezia: “premiare il lavoro, lo studio, l’intelligenza, quegli uomini insomma che maggiormente si distinguono in alte opere, nelle arti, nelle scienze, poiché essi sono i veri benefattori del proprio paese e dell’umanità “. 

Il “Fondo Antonio Feltrinelli” è un patrimonio autonomo e inalienabile, gestito dall’Accademia Nazionale dei Lincei al fine di conferire premi nazionali e internazionali a persone che si siano rese illustri nelle scienze e nelle arti. Dal 1950 sono numerose le personalità e le istituzioni filantropiche che hanno beneficiato di questi generosi premi «Antonio Feltrinelli».

Tornando ai premi «Antonio Feltrinelli giovani» per le discipline scientifiche, abbiamo dialogato con il laureato del premio per l’Astronomia, Fiorenzo Vincenzo, docente universitario in astrofisica presso l’Università di Hull nel Regno Unito, dottorato di ricerca in fisica presso l’università agli studi di Trieste nel 2017. Le sue attività di ricerca si svolgono principalmente nel settore dell’evoluzione chimica delle galassie, focalizzandosi su alcuni tra i quesiti fondamentali in astronomia: quali sono le origini degli elementi chimici nel Cosmo? Quali meccanismi ne determinano le abbondanze nei differenti sistemi stellari nel tempo?

Le sue ricerche sui profili delle abbondanze chimiche di carbonio, azoto, ossigeno e altri elementi chimici che si osservano all’interno delle galassie sono fra gli studi teorici di riferimento in letteratura. Abbiamo la chance di parlarne direttamente insieme a Fiorenzo Vincenzo: La questione delle origini degli elementi chimici nel Cosmo è appassionante: come vanno avanti le sue ricerche?

«Partendo dalle abbondanze chimiche che si osservano nelle stelle e nel mezzo interstellare al tempo presente – spiega Fiorenzo Vincenzo – si possono cercare di comprendere i passaggi ed i meccanismi principali che hanno segnato la storia evolutiva della Via Lattea e delle sue galassie nane satelliti, permettendo anche di quantificare gli effetti di selezione intrinseci delle osservazioni astronomiche, grazie allo sviluppo di metodi statistici avanzati e all’utilizzo di tecniche scientifiche complementari. Accoppiando i modelli teorici di evoluzione chimica delle galassie con i modelli di evoluzione fotometrica delle popolazioni stellari, le ricerche in corso sembrano aggiungere una nuova dimensione negli studi sulla formazione stellare delle galassie, essendo in grado di caratterizzare allo stesso tempo sia le abbondanze chimiche superficiali delle stelle, sia le loro proprietà fotometriche all’interno di un unico quadro coerente»

Dialogando insieme a questa bella mente, si sente che si tratta di un eccellente giovane scienziato, sorridente, appassionato di scienze naturali. È inevitabile pensare al genius loci fondatore dell’Accademia dei Lincei, Federico Cesi (1586-1630) il principe umbro-romano, studioso di scienze naturali, fondatore a Roma nel 1603 insieme a tre giovani amici, ugualmente appassionati dallo studio della natura, di una compagnia denominata Accademia dei Lincei, per l’eccezionale acutezza di sguardo attribuita alla lince, un preso a simbolo della dotta compagnia di studiosi.

Ricordiamo che la nuova Accademia contò dal 1611 tra i suoi soci un altro genius loci, il grande Galileo Galilei. Sempre in quei primi anni, e fuori della cerchia galileiana, l’Accademia si estese secondo il generoso piano del Cesi a molti altri dotti italiani e stranieri. A questo più antico nucleo linceo, la cui collegiale attività è registrata negli atti del Lynceographum, risalgono importanti pubblicazioni e ricerche di astronomia e  primeggiano fra esse lo studio sulle macchie solari e il famoso Saggiatore di Galileo, edito nel 1623.

Sembra evidente a tutta la comunità dei partecipanti che l’Accademia Nazionale dei Lincei, la più antica accademia delle scienze del mondo, con il suo forte impatto educativo e sociale, sia veramente un patrimonio dell’umanità.

 

 

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