Cercando Theia nel mantello terrestre

Dove sono i resti del planetoide che impattò con la Terra primordiale?

La teoria più accreditata sulla formazione della Luna ritiene che il nostro satellite sia stato generato da una violenta collisione fra la Terra primordiale e il planetoide Theia (nome mitologico della madre della Luna) con una massa simile a quella di Marte. L’evento sarebbe avvenuto circa quattro miliardi e mezzo di anni fa e, dall’agglomerarsi dei detriti sprigionati dall’impatto, sarebbe nata la nostra Luna.

Ma non abbiamo ancora trovato evidenze dirette dell’esistenza di Theia, che rimane ammantato di mistero.

Un’indicazione importante su questo misterioso pianeta potrebbe trovarsi sepolta qualche chilometro sotto i nostri piedi, ovvero nel mantello terrestre, quell’involucro che si estende fra la crosta e il nucleo. Negli anni 80 sono state infatti rinvenute due regioni anomale all’interno di questa struttura, aventi le dimensioni di due continenti, collocate al di sotto dell’Africa e dell’Oceano Pacifico. Si contraddistinguono per delle anomalie nella velocità di propagazione delle onde sismiche, che risultano più lente del previsto. A questo corrisponderebbe un incremento della densità tra il 2 e il 3,5 per cento nelle zone interessate rispetto a quelle circostanti. Il tutto a 2900 km di profondità, ovvero nello strato più profondo del mantello, al confine con il nucleo del pianeta.

Facendo ricorso a simulazioni al computer, un team guidato da Qian Yuan dell’Arizona State University e del California Institute of Technology suggerisce che queste zone del mantello terrestre siano in realtà strati del mantello di Theia, rimasti imprigionati nella regione più bassa del mantello del nostro pianeta durante la collisione. Si pensa che questi relitti fossero lunghi diverse decine di chilometri e che siano pian piano affondati nella regione più bassa del mantello, formando accumuli di materiale tuttora presenti al di sopra del nucleo terrestre. Le regioni si contraddistinguono per un insolito contenuto di ferro, più elevato rispetto alle regioni circostanti.

Queste regioni sarebbero dunque la diretta conseguenza dell’impatto tra la Terra in formazione e Theia. Poiché si ritiene che le collisioni fra pianeti fossero un fenomeno piuttosto comune nella formazione del nostro sistema planetario, è possibile che tali anomalie del mantello siano presenti anche in altri pianeti.

Alcuni sviluppi possibili di questo studio consisteranno nell’esaminare quanto il materiale proveniente da Theia abbia influenzato l’evoluzione geologica del nostro pianeta, la formazione dei continenti e dei più antichi minerali.

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Direttore editoriale di Cosmo