Se sulla Terra siamo in grado di effettuare misurazioni dirette per comprendere le attività meteorologiche del nostro pianeta, su Marte è necessario operare in maniera indiretta, per avere informazioni sul paesaggio e discernere queste informazioni.
Una di queste caratteristiche relative al Pianeta rosso sono le dune barcane nei deserti. Sono dune di sabbia a forma di mezzaluna che vengono formate da venti che spirano prevalentemente in una direzione in aree con una limitata presenza di sabbia. Sono presenti anche nei deserti terrestri e il loro nome deriva da un termine turco.
Grazie alla fotocamera specializzata sul Mars Reconnaissance Orbiter, sono state catalogate oltre 700mila dune barcane e, attraverso tecniche di deep learning, sono stati generati dei modelli di circolazione eolica sul Pianeta rosso.
L’intelligenza artificiale, addestrata per delineare automaticamente la forma delle dune, ha permesso di delineare l’orientamento del lato ripido delle dune e le loro punte, chiamate corna, che sporgono dai bordi. Se le corna sono asimmetriche, ovvero una più lunga dell’altra, nel processo di formazione sono intervenuti venti provenienti da più direzioni.
A latitudini superiori a 45° N, i modelli di migrazione delle dune sono prevalentemente orientali, corrispondenti alla circolazione del vortice polare ciclonico, mentre a latitudini inferiori, fino a 45° S, sono diretti verso sud.
I modelli non sono ancora affinati per prevedere le complessità del cambiamento dei regimi eolici tra giorno e notte e tra le stagioni, ma si concentrano su evoluzioni a lungo termine.
I crateri di Marte agiscono come trappole di sabbia, fornendo materiale per la formazione di campi di dune, che si trovano prevalentemente vicino al centro del bacino del cratere. La successiva migrazione delle dune all’interno dei crateri potrebbe essere causata da venti più forti che soffiano lungo i pendii.
Comprendere i modelli di circolazione atmosferica su Marte sarà importante perché solo grazie a queste preziose informazioni sarà possibile supportare le future missioni con equipaggio sul pianeta e la prospettiva di abitabilità futura.
