Abbiamo ucciso forme di vita aliene?

Le indagini condotte negli anni 70 potrebbero aver eliminato microrganismi marziani

La prima fotografia mai scattata sulla superficie del pianeta Marte, ripresa dalla sonda Viking 1 pochi minuti dopo che il veicolo spaziale atterrò sul Pianeta rosso nel luglio 1976.

La ricerca di vita su Marte è un argomento di punta dell’astrobiologia moderna e continua a suscitare interesse. Se da un lato ci stiamo preparando per riportare campioni dal Pianeta rosso sulla Terra con il programma Mars Sample Return, che partirà all’inizio del 2030, ci sono ancora alcuni dubbi che emergono dal passato.

E se la vita su Marte l’avessimo già trovata cinquanta anni fa e non fossimo stati in grado di riconoscerla? E c’è di peggio: se oltre a non riconoscerla l’avessimo distrutta?

Nel 1976, due lander del Progetto Viking della Nasa erano atterrati su Marte. E oltre a scattare le prime immagini dal suolo della superficie marziana, condussero anche dei test biologici alla ricerca di segni di vita. I risultati lasciarono gli scienziati alquanto perplessi.

Molti esperimenti non fornirono riscontri promettenti, ma alcuni rivelarono tracce di molecole organiche clorurate, che all’epoca si pensava fossero contaminanti portati dalla Terra. Per verificare la presenza di organismi viventi, venne effettuato anche un altro test, che consisteva nell’aggiungere al suolo marziano acqua contenente nutrienti e carbonio radioattivo. In questo modo, i microorganismi, se presenti, avrebbero consumato i nutrienti, emettendo il carbonio radioattivo sotto forma di gas. I primi risultati furono positivi, ma i successivi furono contrastanti.

Secondo Dirk Schulze-Makuch, docente di abitabilità planetaria e astrobiologia presso la Technical University di Berlino, l’aggiunta d’acqua potrebbe essere stato un errore fatale, uccidendo i microorganismi che si cercava di identificare.

L’astrobiologo ha ipotizzato che le forme di vita marziana abbiano il perossido di idrogeno nelle loro cellule anziché acqua, un adattamento sviluppato per proliferare nell’ambiente marziano. Se questa ipotesi fosse corretta, i nostri test avrebbero “annientato i marziani”.

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