Un sistema planetario di 11 miliardi di anni

by Marco Sergio Erculiani

Recentemente, gli astronomi hanno studiato più approfonditamente un sistema insolito contenente tre stelle e cinque pianeti e potrebbero aver risolto il mistero intorno alla sua formazione. Il sistema in questione si chiama Kepler-444 e ha circa 11 miliardi di anni ed è situato a 117 anni luce di distanza da noi, verso la costellazione della Lira. Il centro del sistema è la stella Kepler-444 A di classe K0. Abbinata ad essa c’è una coppia binaria di stelle di tipo M, Kepler-444 aC, che gli orbita attorno a una distanza di circa 66 Unità Astronomiche.

A condire tutto c’è un quintetto di pianeti, tutti con raggi compresi tra 0,4 e 0,7 raggi terrestri e ognuno con un periodo orbitale inferiore a 10 giorni.

Grazie ai dati spettroscopici del telescopio Hobby-Eberly presso l’Osservatorio McDonald in Texas, un team di astronomi guidato da Zhoujian Zhang (Università della California, Santa Cruz) è stato in grado di misurare la velocità radiale di Kepler-444 A, notando che essa varia quando viene trascinata dagli altri oggetti del sistema.

Zhang ha anche misurato le velocità radiali relative tra la coppia binaria e la stella centrale usando l’High Resolution Echelle Spectrometer presso l’Osservatorio Keck alle Hawaii, capendo che l’attrazione gravitazionale dei suoi compagni fa sì che Kepler-444 A segua un percorso oscillante ondeggiante attraverso il cielo notturno.

Le precedenti misurazioni del sistema suggerivano che la binaria oscillasse entro 5 Unità Astronomiche, ma questo avrebbe devastato il disco protoplanetario della stella, riducendo gravemente la quantità di materiale a disposizione per la formazione dei pianeti. Per questo motivo, non era chiaro come cinque pianeti rocciosi potessero essersi formati in quella posizione. Ora, sulla base delle loro nuove misurazioni, il team di Zhang ha concluso che la binaria Kepler-444 BC oscilla entro 23 Unità Astronomiche da Kepler-444 A e questa separazione più ampia avrebbe portato a un disco protoplanetario più grande e massiccio, permettendo alle sue polveri di “costruire” i pianeti.

Man mano gli astronomi, acquisendo una maggiore comprensione degli esopianeti stanno definendo modi differenti per formare sistemi stellari.

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