In soli dieci minuti di pura adrenalina, il volo suborbitale NS-29 del veicolo New Shepard, targato Blue Origin, ha scritto un’altra pagina nella storia dell’esplorazione spaziale. Senza equipaggio, ma carico di speranze e di 30 esperimenti cruciali, il razzo ha squarciato il cielo del Texas, portando con sé un frammento del futuro: la possibilità di simulare, anche solo per pochi istanti, la gravità lunare.
Eppure, il viaggio non è stato privo di ostacoli. Inizialmente previsto per il 28 gennaio, il lancio aveva subito un rinvio a causa di un problema tecnico al booster e di una coltre nuvolosa che minacciava di avvolgere il decollo nell’incertezza. Ma questa volta, il destino ha concesso una tregua: il meteo è stato clemente e la tecnologia ha risposto con impeccabile precisione.
Tre minuti dopo il lancio, un momento cruciale: l’accensione dei propulsori ha dato il via alla rotazione della capsula fino a 11 giri al minuto, un vortice perfettamente calcolato per ricreare, anche se per poco più di due minuti, l’ambiente lunare. Un test preziosissimo, sostenuto dalla NASA, che ha permesso di valutare soluzioni rivoluzionarie per il futuro dell’esplorazione: dallo sfruttamento delle risorse in situ alla mitigazione della polvere, fino alla progettazione di habitat avanzati per la sopravvivenza umana oltre la Terra.
A sette minuti dalla partenza, il primo grande ritorno: il booster di New Shepard ha toccato terra con una manovra impeccabile, atterrando verticalmente su una piattaforma nei pressi del sito di lancio. Tre minuti dopo, anche la capsula ha completato il suo viaggio, planando dolcemente con il supporto dei paracadute e riportando sani e salvi i preziosi esperimenti.
Un’altra missione riuscita. Un altro piccolo passo verso il grande sogno di abitare mondi lontani.