Tra il 2012 e il 2019, una stella gigante rossa, Gaia17bpp, posta a circa 26mila anni luce di distanza nella costellazione della Sagitta, si presentava, alle osservazioni, più debole del normale. Nel 2017, quattro anni dopo il lancio della missione Gaia, è stato notato che la stella Gaia17bpp ha iniziato ad affievolire la sua luminosità, portando la magnitudine da 16 a 20,5 nel 2019, ovvero un salto di 4,5 magnitudini. Tradotto in termini di luminosità, si parla di 60 volte in meno.
Questo comportamento non è proprio delle stelle, ma viene causato da fenomeni di oscuramento. Capire quale sia la causa di questo oscuramento, tuttavia, non è semplice. Una ipotesi è che possa essere dovuto alla presenza di una stella compagna, attorno a cui orbita molto lentamente, e che è circondata da un disco di polvere assorbente di poche centinaia di milioni di chilometri di diametro, che ha probabilmente bloccato la luce della gigante rossa. Secondo le misure, la polvere del disco potrebbe essere stata immessa nello spazio dalla stella gigante e successivamente catturata dalla sua compagna, oppure potrebbe essere un disco di detriti appartenente a una nana bianca.
Un caso analogo fu trovato l’anno scorso: una stella oscurata che orbitava attorno a una compagna polverosa che orbitava attorno alla stella Eta Geminorum ogni 8,2 anni. Un altro esempio è Epsilon Aurigae, che sperimenta eclissi di due anni ogni 27 anni.
Gaia17bpp, tuttavia, non è esattamente come queste. Il periodo orbitale di questa stella ci dice che compie un giro attorno alla sua compagna in un tempo dell’ordine di grandezza dei secoli.
E’ molto importante quindi cercare di catturare le eclissi mentre si verificano, poiché in questo modo è possibile caratterizzare la composizione del materiale assorbente grazie ai dati spettroscopici che scompongono la luce della stella. Inoltre, queste strane coppie di stelle permettono di imparare come nascono ed evolvono questi curiosi sistemi binari.