LUCI DA RECORD IN VALPADANA

Una ripresa notturna dalla Iss svela qualcosa di interessante sull'inquinamento luminoso

by Piero Stroppa

L’immagine di apertura è stata ripresa il 30 agosto 2025 dall’astronauta Kimiya Yui dell’Agenzia spaziale giapponese (Jaxa) a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss) da 400 chilometri di quota.

L’Europa meridionale appare come una mappa luminosa che racconta, meglio di qualsiasi grafico o statistica, quanto l’uomo abbia ridisegnato la notte. L’orientamento è ribaltato, con il nord verso il basso e il sud verso l’alto. Sono riconoscibili le metropoli del Nord Italia, la costa ligure e adriatica e la Pianura Padana, che emerge come un “mare di luce” continuo, esteso dalle Alpi fino all’Adriatico, con centri urbani grandi e piccoli collegati da una rete ininterrotta di illuminazione pubblica, industriale e infrastrutturale.

Lo skyglow padano

Dal punto di vista geografico e atmosferico, la Pianura Padana è una delle aree più particolari d’Europa. È un bacino chiuso, circondato su tre lati da catene montuose (Alpi e Appennini) che limitano la dispersione degli inquinanti. Questa stessa conformazione che favorisce l’accumulo di smog di giorno amplifica anche, di notte, gli effetti dell’inquinamento luminoso.

Nell’immagine notturna la pianura si presenta come una vasta superficie lattiginosa. Non è solo la quantità di lampioni a fare la differenza, ma il modo in cui la luce interagisce con l’atmosfera: aerosol, particolato fine e umidità diffondono l’illuminazione artificiale, creando il cosiddetto skyglow, il bagliore del cielo notturno.

Questa regione è indicata come una delle aree più luminose del pianeta, paragonabile alle regioni urbane più dense del Nord America e dell’Asia orientale.

Il confronto con la Francia

Uno degli elementi più interessanti dell’immagine è la differenza cromatica tra le luci francesi e quelle italiane. A ovest, sopra la Francia, il colore dominante è un giallo caldo; a est, sopra l’Italia, prevale invece un “freddo” colore bianco-azzurro.

Questa differenza è il risultato di scelte tecnologiche e normative. Negli ultimi anni la Francia ha adottato in modo sistematico lampade a Led a “temperatura di colore” più bassa (2700–3000 kelvin), mentre l’Italia ha puntato su Led a temperatura più elevata (4000 kelvin o più), spinti da criteri di efficienza energetica e resa luminosa, ma senza una valutazione degli effetti ambientali (è curioso considerare che la sensazione di freddo e caldo attributo dall’occhio umano alla luce è in opposizione alla misura della temperatura di colore).

La luce blu è più facilmente diffusa dall’atmosfera di quella giallo-rossa attraverso il cosiddetto scattering Rayleigh, lo stesso meccanismo che rende azzurro il cielo diurno. Il risultato è un fondo cielo più brillante, visibile anche a grande distanza dalla sorgente luminosa. In pratica, le lampade bianco-azzurre non illuminano solo le strade ma contribuiscono anche a illuminare il cielo.

Dall’orbita, l’Italia appare più abbagliante e meno rispettosa del buio naturale rispetto alla Francia. In definitiva, illuminare meglio non significa illuminare di più, ma illuminare in modo intelligente, rispettando l’ambiente, la salute e il diritto di tutti a un cielo notturno autentico.

 

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