Sembra la cima di una montagna illuminata da stelle e avvolta da tenui nuvole. In realtà, è un paesaggio di polvere cosmica, eroso dai venti e dalla radiazione di giovani stelle giganti.
Siamo nel cuore della Nebulosa Aragosta (NGC 6357), nella costellazione dello Scorpione, a circa 5500 anni luce da noi, un oggetto spesso ripreso dagli astrofotografi amatoriali e da non confondere con la Nebulosa Chela di Aragosta, che si trova nella costellazione di Cassiopea.
Nella figura sotto, la Nebulosa Aragosta ripresa da Giancarlo Melis

All’interno di questa nebulosa risplende Pismis 24, dimora di un vivace vivaio stellare e uno dei luoghi più vicini di formazione di stelle massicce. Al centro di questo scintillante ammasso si trova la brillante stella Pismis 24-1, al centro di un gruppo di stelle sopra le frastagliate cime arancioni, e la guglia più alta punta direttamente verso di essa. Questa guglia si erge per 5,4 anni luce dalla sua base e la sua punta potrebbero ospitare oltre 200 sistemi solari come il nostro.
Pismis 24-1 appare come una gigantesca stella singola, e un tempo si pensava fosse la stella più massiccia conosciuta. Si è poi scoperto che è composta da almeno due stelle, non risolvibili in questa immagine. Con rispettivamente 74 e 66 masse solari, le due stelle sono ancora tra le più massicce e luminose mai osservate.
L’immagine, acquisita nell’infrarosso dal telescopio spaziale James Webb, rivela migliaia di stelle simili a gioielli: dalle più imponenti, con i caratteristici picchi di luce a sei punte, a quelle più piccole, avvolte da polvere che le colora di bianco, giallo o rosso. Sullo sfondo, decine di migliaia di stelle della Via Lattea si fanno strada oltre l’ammasso.
I venti impetuosi emessi dalle stelle neonate scavano cavità nella nebulosa, sollevando pennacchi e veli di gas e polvere. Dalle sue pareti emergono guglie alte diversi anni luce, che resistono alla radiazione e diventano culle per nuove stelle.
I colori dell’immagine descrivono la scena di questi mondi nascenti: l’azzurro indica il gas di idrogeno ionizzato, l’arancione la polvere, il rosso l’idrogeno molecolare più freddo e compatto, fino al nero che svela il gas più denso, che non emette luce. Le sottili strutture bianche sono polvere e gas che diffondono la luce stellare.