UN SUPER BUCO NERO ANOMALO SCOPERTO DAL JAMES WEBB

Da record per la sua antichità e per le sue dimensioni rapporto alla galassia ospite

by Piero Stroppa

Il James Webb Space Telescope ha individuato uno dei più antichi e misteriosi buchi neri supermassicci mai osservati, aprendo nuove ipotesi sull’origine di questi colossi cosmici nei primissimi tempi dopo il Big Bang.

Osservando una galassia risalente a 13 miliardi di anni fa, gli astronomi hanno scoperto un buco nero con una massa pari a 10 milioni di volte quella del Sole, catalogato come A2744-Qso1.

Ciò che ha sorpreso gli studiosi non è soltanto l’enorme massa del buco nero, ma il fatto che essa rappresenti il 10% della massa totale della galassia che lo ospita, una proporzione estremamente elevata se confrontata con i buchi neri nelle galassie attuali, che raramente superano lo 0,005%.

Questa galassia si è formata quando l’Universo aveva appena 700 milioni di anni ed è composta per lo più da idrogeno ed elio, essendo una delle galassie meno evolute chimicamente tra quelle note. Questo significa che in essa si sono formate pochissime stelle e che si sono verificate pochissime esplosioni di supernova.

Una sfida alle teorie

I modelli standard prevedono che i buchi neri supermassicci nascano dalla fusione di buchi neri più piccoli, nati a loro volta dalla morte di stelle massive. Un processo che richiede un tempo superiore ai 700 milioni di anni di età di questa galassia.

Qso1 non può essersi formato nel modo previsto dal modello classico; pertanto, gli scienziati stanno formulando altre ipotesi come quella del “collasso diretto“: nell’Universo primordiale, nubi di gas potrebbero essere collassate direttamente in buchi neri massicci, fino a 100mila masse solari, senza passare per la fase stellare.

Un’altra ipotesi prende in causa i buchi neri primordiali, oggetti ipotetici formatisi nei primissimi istanti dopo il Big Bang a causa di fluttuazioni di densità estreme, prima della nascita di stelle e galassie. Questi oggetti primordiali avrebbero agito come “semi” intorno ai quali si sono poi formate le galassie stesse. E il gas avrebbe alimentato la crescita dei buchi neri prima che la formazione stellare diventasse dominante.

Ma queste ipotesi non spiegano tutte le caratteristiche di Qso1. La sua scoperta è dunque una sfida alle teorie standard sull’evoluzione cosmica. Se la sua origine risale davvero a un buco nero primordiale, potremmo essere alle porte di una rivoluzione nella nostra comprensione dell’inizio del tempo, dello sviluppo e della struttura dell’Universo.

In apertura, una ripresa del James Webb Telescope che mostra galassie e buchi neri lontanissimi, esistiti quando l’Universo aveva meno di un miliardo di anni

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