La storia di Ztf Slrn-2020 è considerata la più convincente osservazione diretta di un pianeta consumato dalla sua stella.
In un primo momento, gli astronomi pensavano che la stella, situata a circa 12mila anni luce dalla Terra, fosse in fase di invecchiamento e si fosse espansa fino a “divorare” il suo pianeta. Ma le recenti osservazioni condotte dal telescopio spaziale James Webb hanno raccontato un’altra storia: non è stata la stella a crescere, ma il pianeta a cadere lentamente verso di essa, fino disintegrarsi nella stella stessa.
L’evento di fagocitazione planetaria è stato individuato per la prima volta nel 2020, come un improvviso lampo di luce visibile, grazie allo Zwicky Transient Facility, in California. Ma già un anno prima la stella aveva già mostrato un aumento di luminosità nell’infrarosso, rilevato dal telescopio Neowise della Nasa, un segnale che suggeriva la presenza di polvere nello spazio circostante.
Un suicidio planetario in quattro fasi
Questa prima analisi aveva portato i ricercatori a credere che la stella fosse simile al Sole. Invecchiando, sarebbe diventata una gigante rossa, espandendosi gradualmente man mano che esauriva il suo combustibile di idrogeno. Ma il Webb ha permesso di vedere più in profondità: è emerso che la stella non era luminosa quanto dovrebbe esserlo una gigante rossa.
In realtà, un pianeta grande quanto Giove le orbitava molto vicino (più di quanto Mercurio orbiti attorno al Sole) e nel corso di milioni di anni la sua orbita si era ristretta sempre di più (1), finché ha iniziato a sfiorare l’atmosfera della stella (2). A quel punto è iniziato un processo inarrestabile che ha portato il pianeta a precipitare verso la stella fino a fondersi con essa (3).
Durante l’impatto, si è sollevato del gas dagli strati esterni della stella che, raffreddandosi, ha formato un disco circumstellare di polveri e un disco di gas molecolare, rivelato dallo strumento NirSpec del Webb, che ha registrato la presenza di molecole tra cui il monossido di carbonio (4). Un ambiente che ricorda quello in cui si formano nuovi pianeti, anche se in questo caso è l’esatto opposto.