Tutti noi siamo abituati ad osservare il cielo stellato di notte. Di giorno, invece, l’unica cosa che si può vedere in cielo è il Sole, o a volte la Luna o Venere.
E se invece vi dicessi che oggi si può vedere anche altro? Gli astronomi della Macquarie University stanno infatti sperimentando una nuova tecnica per osservare degli oggetti celesti anche durante il giorno, consentendo potenzialmente il monitoraggio visivo continuo dei satelliti e migliorando notevolmente la sicurezza sulla Terra e nello spazio.
La tecnica prevede l’utilizzo dell’Huntsman Telescope, una serie unica di 10 obiettivi fotografici che lavorano in parallelo, e che originariamente erano stati progettati per fare osservazioni ultra-sensibili del cielo notturno.
Ma con un articolo pubblicato su Publications of the Astronomical Society of Australia il 20 maggio, i ricercatori hanno dimostrano che l’Huntsman è in grado di misurare con precisione stelle, satelliti e altri oggetti anche quando il sole è alto sopra la nostra testa.
Ma come è possibile?
Il telescopio in questione combina una fotocamera astronomica ad un’attrezzatura di messa a fuoco astromeccanica con una serie di 10 obiettivi Canon da 400 mm altamente sensibili, orientati per coprire la stessa porzione di cielo.
La telecamera collegata è in grado di elaborare immagini e gestire flussi di dati molto grandi in un istante, utilizzando il controllo robotico per tracciare e catturare oggetti in rapido movimento e fornendo un monitoraggio continuo 24 ore su 24 degli oggetti.
Dal momento che, nelle ore diurne, il Sole fa annegare nella sua luce in atmosfera la maggior parte dei segnali visibili provenienti da altri oggetti celesti, gli astronomi hanno sperimentato speciali filtri “a banda
larga” su una versione di prova del telescopio Huntsman per bloccare la maggior parte della luce diurna, pur consentendo il passaggio di specifiche lunghezze d’onda degli oggetti celesti.
La capacità diurna del telescopio Huntsman consente anche il monitoraggio continuo di alcune stelle luminose che possono essere inosservabili di notte per diversi mesi perché sono troppo vicine al Sole.
MONITORARE BETELGEUSE
Un esempio calzante è la supergigante rossa Betelgeuse, una stella vicina a circa 650 anni luce di distanza nella costellazione di Orione nella nostra galassia, la Via Lattea.
Essa è di estremo interesse per gli astronomi poiché si è oscurata sostanzialmente a partire dalla fine del 2019 fino al 2020, probabilmente a causa di una grande espulsione di gas e polveri. E se non fossimo in grado di osservarla continuamente potrebbero volerci mesi per capire si sia diventata una supernova. Infatti, sappiamo che Betelgeuse esploderà ‘presto’ ma non esattamente quando accadrà.
Ma dal momento che per circa quattro mesi all’anno, è osservabile solo durante il giorno perché il Sole si frappone tra Betelgeuse e la Terra, non ci sono alternative.
Ebbene, lo studio ha confermato che i dati della fotometria diurna di Huntsman per Betelgeuse coincidono con le osservazioni degli osservatori di tutto il mondo e persino con i telescopi spaziali.
E CONTROLLARE I SATELLITI
Padroneggiare l’osservazione diurna offre anche un grande vantaggio nel campo della consapevolezza dell’ambiente spaziale (SSA), che monitora in maniera ravvicinata una popolazione sempre crescente di
satelliti, detriti spaziali e altri oggetti artificiali in orbita attorno alla Terra.
Ad oggi circa 10mila satelliti attivi già circolano attorno al pianeta e si pianifica di lanciarne altri 50.000 in orbita terrestre bassa nel prossimo decennio. Va da sé che le potenziali collisioni satellitari hanno gravi implicazioni per le comunicazioni, il GPS, il monitoraggio meteorologico e altre infrastrutture critiche.
Per questo motivo, l’osservazione diurna dei satelliti consente anche non solo di monitorare dove si trovano, ma anche il loro orientamento.
Marco Sergio Erculiani
