Immaginatevi un paesaggio deserto, dove cupole sporadiche punteggiano le aride distese di sabbia. Una musica bassa in sottofondo, come un tappeto polveroso s’innalza piano piano mentre un trasognato Luke Skywalker si affaccia da un igloo di fango per osservare l’orizzonte. Un orizzonte pallido dove due soli tramontano, abbracciati l’un l’altro come in una danza antica. La musica esplode, mentre i violini si innalzano verso il cielo in un crescendo che deflagra in una fiorita e complessa vibrazione di archi. Questo è il paesaggio, un po’ meno romanzato, che ci si potrebbe aspettare su un pianeta che orbita attorno a due soli.
Ne è un celebre esempio Kepler 16b, uno dei pianeti simbolo della ricerca esoplanetaria e divenuto famoso proprio per la sua somiglianza con il celeberrimo Tatooine, dove spese la giovinezza uno dei più famosi jedi dell’intera Galassia.
Quello che non è scontato è che i pianeti in sistemi stellari binari hanno maggiori probabilità di avere un clima poco caotico, a causa del loro allineamento ordinato. Questo suggerisce che offrono un potenziale maggiore per la vita. Questo ordine è frutto dell’assunzione statistica che l’Universo tende nella direzione di un allineamento ordinato piuttosto che di un disallineamento caotico. E questo è confermato anche dalle osservazioni, che mostrano come i pianeti orbitino esattamente nella stessa direzione in cui ruota la prima stella, mentre la seconda stella orbita attorno a quel sistema sullo stesso piano dei pianeti.
Metodologia e risultati
Secondo uno studio recente, che ha utilizzato molte fonti, tra cui il catalogo Gaia DR3 di astrometria stellare ad alta precisione, la tabella dei parametri compositi dei sistemi planetari del Nasa Exoplanet Archive e il catalogo TEPCat delle misurazioni dell’angolo di rotazione-orbita degli esopianeti, è stato scoperto che, fra 40 sistemi analizzati, nove avevano un allineamento quasi perfetto.
E come sarebbe il mondo in un Tatooine più temperato?
Secondo gli studi di O’Malley James, un sistema binario può ospitare anche pianeti abitabili. Per questa varietà complessa ci sono due configurazioni principali: orbite di tipo p e orbite di tipo s.
Nel primo caso il pianeta orbita attorno a entrambe le stelle, nel secondo caso il pianeta orbita attorno a una sola delle due, mentre l’altra è abbastanza distante. Nel primo caso, la radiazione di ciascuna stella colpisce un’area che ammonta circa alla metà della superficie del pianeta. Queste aree possono essere completamente separate o sovrapporsi parzialmente o completamente. Quando non c’è sovrapposizione, l’intero pianeta è illuminato, metà da una stella e metà dall’altra. Al contrario, quando c’è una sovrapposizione completa, solo metà del pianeta è illuminato e intercetta la radiazione di entrambe le stelle. Si avrebbero quindi alcune stagioni in cui sul pianeta si avrebbe giorno perenne, con una stella che illumina un lato del pianeta, mentre l’altra stella illumina l’altra metà del pianeta. Tuttavia, la luce non sarebbe sempre rovente, perché una delle stelle sarebbe molto più lontana. In altre stagioni dell’anno, invece, entrambi i soli illuminerebbero lo stesso lato del pianeta, facendo apparire un sole molto più grande dell’altro. Per questo, conoscere il periodo orbitale permette quindi di stimare la durata di questi diversi regimi di radiazione.