L’astronauta Thomas Patten Stafford, che prese parte a due voli Gemini, che comandò la missione Apollo 10, prova generale del primo allunaggio nel 1969, e il primo attracco in orbita tra una nave spaziale americana ed una sovietica, è morto il 18 marzo 2024 all’età di 93 anni. Stafford era una delle 24 persone che fecero il viaggio Terra-Luna, ma non vi atterrò, pur sfiorandola, pilotando il suo modulo lunare Snoopy a soli 14,4 chilometri sopra la superficie del Mare della Tranquillità.
Solo sette di quei 24 sono ancora vivi (Lovell, Anders, Aldrin, Haise, Scott, Duke e Schmitt). Stafford, Generale dell’Us Air Force, prese parte a quattro missioni spaziali. Prima dell’Apollo 10, volò in due missioni Gemini, incluso il primo incontro di due capsule statunitensi in orbita. È morto in un ospedale vicino alla sua casa sulla Space Coast in Florida, ha detto Max Ary, direttore dello Stafford Air & Space Museum a Weatherford, in Oklahoma. Oggi il Generale Tom Stafford è andato nei cieli eterni che ha esplorato così coraggiosamente come astronauta di Gemini e dell’Apollo, nonché come pacificatore nell’Apollo Soyuz“, ha detto l’amministratore della NASA, Bill Nelson su X. “Quanti di noi hanno avuto il privilegio di conoscerlo sono molto tristi ma grati di aver conosciuto un gigante“.
Tom Stafford era nato a Weatherford, in una zona che richiama i film western, nell’Oklahoma. Si era sposato due volte, e ha avuto quattro figli. Era noto per il suo altruismo, e pur vivendo in un ambiente e in un gruppo di personaggi molto agguerriti per ottenere la posizione di volo, come gli astronauti Nasa di quell’epoca, era amico di tutti, e diceva sempre che “c’è posto per tutti”. E la sua scelta a capo della missione congiunta Usa-Urss era dettata anche da questa sua propensione all’altruismo e, per l’appunto, ad amicizia e cooperazione.
Nel 1962, la NASA scelse Stafford per il suo secondo gruppo di nove astronauti, che comprendeva personaggi poi diventati vere e proprie leggende, come Neil Armstrong e Jim Lovell.
Dopo essere stato assegnato alla Gemini 3, prima missione Gemini con equipaggio, assieme al comandante Alan Shepard, fu scartato dall’equipaggio poiché a Shepard venne riscontrato un malanno agli organi interni di un orecchio, e quindi non fu più considerato abile al volo. Tom fu assegnato così all’equipaggio di riserva di Gemini 3, con un altro astronauta della Mercury, Walter Schirra. E come riserva della missione 3, fu assegnato a titolare per Gemini 6.
La loro missione originale era quella di effettuare il primo rendez-vous e aggancio in orbita. Ma il loro lancio nell’ottobre 1965 fu cancellato per un problema che spense i motori del razzo Titan 2 a due secondi dal distacco dalla rampa 19 a Cape Kennedy. La NASA improvvisò così un nuovo programma di volo, e a dicembre la Gemini 6 andò ad effettuare il primo rendez-vous ravvicinato della storia, con la gemella Gemini 7 di Borman e Lovell.
Dopo soli sei mesi, Tom è di nuovo in orbita, al comando della Gemini 9. Stafford, con Gene Cernan, era destinato al comando della Gemini 12, ma l’incidente aereo in cui morirono Elliot See e Charles Basset, destinati a Gemini 9, portò lui e Cernan a titolari di quel volo, che poi, una volta in orbita, non fu tra i più fortunati. La passeggiata spaziale di Cernan, che tra l’altro prevedeva il test di una sorta di pionieristico “zaino a razzi” non andò bene. La tuta registrò dei guai tecnici, poi la sua visiera si appannò e non riuscì più a vedere. Inoltre, fallì anche l’aggancio al satellite bersaglio Agena, a causa della mancata totale apertura dei portelloni. Tutti guai estranei invece all’ottimo lavoro svolto dai due astronauti.
Dopo aver fatto parte, come comandante, all’equipaggio di riserva dell’Apollo 7, Stafford, assieme a Cernan, e a John Young, parte il 18 maggio 1969 per la Luna con Apollo 10, spinto dal grande razzo Saturn V. Una missione che la Nasa sperava potesse essere quella del primo allunaggio. Era infatti, quello di Stafford, l’equipaggio più esperto selezionato per un Apollo: lui, Eugene Cernan e John Young mettevano assieme cinque precedenti voli Gemini. L’equipaggio dell’Apollo 11, quella del primo sbarco, metteva assieme tre missioni Gemini di precedente esperienza. Ma era ancora troppo rischioso: mai l’astronave completa, compreso il LEM, erano stati testati attorno alla Luna. E Stafford e Cernan ci andarono molto, molto vicini. Il loro successo diede la “luce verde” poi per la successiva Apollo 11, con il primo allunaggio. Il ritorno dell’Apollo 10 sulla Terra stabilì il record mondiale di velocità massima per un veicolo con equipaggio a 39.897 km/h.
Dopo la fine degli sbarchi sulla Luna, la NASA e l’Unione Sovietica decisero una missione di attracco congiunta e Stafford fu scelto per comandare la parte americana. Con lui, Vance Brand e Deke Slayton.
Era il 17 luglio 1975, e quello fu lo storico, primo aggancio tra un’astronave americana ed una russa. Anzi, sovietica, perché era ancora l’epoca dell’Urss e della guerra fredda. Ma fu un volo che permise sia a Breznev che a Ford di stringersi la mano. Così come emozionante fu la stretta di mano in orbita tra Stafford e Leonov, raccontata in Italia in diretta Tv con le solite, indimenticabili telecronache di Tito Stagno.
Dopo aver collaborato al progetto di sviluppo dello Shuttle, lascia la NASA, ma in seguito fu una parte centrale delle discussioni negli anni ’90 che portarono la Russia a partecipare alla costruzione e alla gestione della Stazione Spaziale Internazionale.
Poi tornò nell’Air Force, lavorò nella ricerca e comandò l’Air Force Flight Test Center prima di ritirarsi nel 1979 come generale a tre stelle. I compiti di Stafford nell’Air Force non solo lo portarono a gestire la scuola di volo di punta dell’esercito e la base sperimentale per i test sugli aerei, ma lo resero anche comandante generale della celeberrima Area 51. Nota per le sue leggende su Ufo e astronavi aliene, è una base super segreta dove vengono sviluppati ordigni militari super avanzati: non a caso Stafford si occupò degli Stealth come l’F-117, un velivolo a forma triangolare, che agli inizi venne fotografato e scambiato proprio per un Ufo.
Di recente aveva anche bacchettato nientemeno che SpaceX. Alla soglia dei novant’anni, Thomas Patten Stafford era ancora a capo di un ente che si occupava di ciò che gli è sempre stato a cuore, sin da quando si addestrava per il cosmo: la sicurezza degli astronauti. Cinque anni fa, a capo dell’ente che si occupa della sicurezza degli astronauti, e consulente per la Nasa su vari progetti (Marte compreso) inviò un report alla compagnia spaziale di Elon Musk indicando che era pericoloso rifornire i razzi con il propellente criogenico con l’equipaggio già in cabina. I razzi Nasa, notoriamente, venivano riforniti prima che gli astronauti raggiungessero la rampa di lancio.
Solo dopo avere ottenuto tutte le verifiche e le certezze del controllo sulla sicurezza, Tom darà l’ok, e da allora le capsule Crew Dragon sono diventate (finora con precisione impeccabile) il veicolo che fa la spola tra la Terra e la stazione orbitante per gli astronauti Nasa e le nazioni che vi cooperano. L’ultimo contributo del Generale Stafford. Perché per lui “i voli spaziali possono essere molto pericolosi, solo se le tecniche e i controlli maniacali sulla sicurezza vengono meno. E a volte non basta nemmeno”.