Ancora un “centro” per il telescopio spaziale James Webb che in questa immagine suggestiva ha immortalato superbamente l’oggetto Herbig-Haro 797 (HH 797), che si trova nella costellazione di Perseo. Gli oggetti di Herbig-Haro si mostrano come piccole macchie luminose di nebulosità associate a protostelle. Vennero osservati per la prima volta nel XIX secolo dall’astronomo americano Sherburne Wesley Burnham, ma non furono riconosciuti come un tipo distinto di nebulosa a emissione fino al 1940, quando gli astronomi George Herbig e Guillermo Haro, da cui questi oggetti prendono il nome, cominciarono a studiarli in maniera intensiva.
Gli oggetti di Herbig-Haro si formano quando il gas caldo che viene espulso da una stella appena nata impatta con il gas e la polvere che la circondano, cozzando a velocità fino a 250mila km/h e creando onde d’urto luminose.
Questi oggetti si trovano in una vasta gamma di forme, ma la configurazione di base è solitamente la stessa: getti simmetrici di gas riscaldato, espulsi in direzioni opposte da una stella in formazione, che fluiscono attraverso lo spazio interstellare.
Gli oggetti di Herbig-Haro non sono oggetti stabili ma sono fenomeni transitori che scompaiono nel nulla nel giro di poche decine di migliaia di anni.
In particolare, HH 797 domina la metà inferiore di questa immagine, molto vicino al giovane ammasso stellare aperto IC 348, vicino al bordo orientale del complesso di nubi oscure di Perseo.
Si pensa che gli oggetti infrarossi luminosi nella parte superiore dell’immagine ospitino altre due protostelle.
In questa immagine raccolta dalla Near-Infrared Camera (NIRCam) del Webb, è possibile vedere la componente infrarossa di HH 797. Tale banda è importante perché mostra le caratteristiche delle stelle neonate e dei loro deflussi, dal momento che queste delle sono ancora incorporate nel gas e nella polvere da cui si sono formate. Analizzandole nell’infrarosso, è possibile penetrare il gas e la polvere che le oscurano, rendendo gli oggetti di Herbig-Haro ideali per l’osservazione con i sensibili strumenti a infrarossi di Webb. L’infrarosso permette anche di evidenziare le molecole eccitate dalle condizioni turbolente a seguito di shock, tra cui l’idrogeno molecolare e il monossido di carbonio.
In uno studio precedente, gli astronomi avevano scoperto che la maggior parte del gas che si allontana da noi si trova a sud, (nell’immagine in basso a destra), mentre il gas che si muove verso di noi è a nord (in basso a sinistra), generando un gradiente di gas attraverso il deflusso. La sorgente, situata nella piccola regione scura in basso a destra del centro, già nota da precedenti osservazioni, non è una stella singola ma una doppia. E ognuna delle sue due componenti sta producendo un devastante deflusso di gas.