Acqua e carbonio nei campioni di Bennu

PRIMI RISULTATI DELLE INDAGINI SULLE PREZIOSE POLVERI DI ASTEROIDE

L'esterno del collettore di campioni OSIRIS-REx con materiale campione dell'asteroide Bennu. Crediti: NASA

E’ da poco stata aperta la capsula che conteneva i campioni dell’asteroide Bennu, riportati a Terra dalla missione Osiris-Rex. A prima vista sembrano i resti della grigliata di Ferragosto: polvere nera e ciottoli.

Invece è un campione che proviene da un asteroide di 4,5 miliardi di anni al cui interno sono presenti acqua e carbonio. Un’ulteriore prova che la vita sulla Terra è stata seminata dallo spazio.

In particolare, il carbonio rappresenta quasi il cinque percento del peso totale del campione ed è presente sia in forma organica che minerale, mentre l’acqua è innestata all’interno della struttura cristallina dei minerali argillosi. Le analisi preliminari sono state fatte con un microscopio elettronico a scansione e tomografia computerizzata a raggi X.

Il viaggio di Osiris-Rex è durato sette anni, un viaggio di andata e ritorno che ha lasciato il suo prezioso carico utile nel deserto dello Utah il 24 settembre 2023. Una delle teorie sulla formazione degli oceani e dei mari della Terra è che l’acqua sia stata portata da asteroidi fra 4 e 4,5 miliardi di anni fa, creando successivamente un ambiente favorevole alla vita. Anche la vita così come la conosciamo è basata sul carbonio, che si lega con altri elementi per produrre proteine ed enzimi, oltre che i mattoni del codice genetico, DNA e RNA.

Ma Osiris-Rex non è stata la prima sonda a incontrarsi con un asteroide e riportare campioni. In passato, una sonda giapponese Hayabusa-2 è riuscita nell’impresa per ben due volte, restituendo polvere celeste nel 2010 e nel 2020. Tuttavia, la quantità raccolta era decisamente inferiore: 5,4 grammi contro i circa 250 grammi della missione Osiris-Rex.

L’orbita dell’asteroide Bennu interseca quella del nostro pianeta, e questo ha reso il viaggio della sonda più facile rispetto all’alternativa: andare verso la fascia degli asteroidi, tra Marte e Giove. Bennu oggi non è un asteroide pericoloso per la Terra. Infatti, non vi è alcun rischio che colpisca in nostro pianeta fino alla metà del 2100, mentre le probabilità salgono a circa 1 su 1750 tra il 2100 e il 2300.

Dal momento che potrebbe essere necessario deviarne la rotta, è importante sapere che La sua densità è bassa e che il materiale che compone l’esterno di Bennu è così poco compatto che se una persona dovesse calpestare la superficie, affonderebbe proprio come un bambino in una piscina di palline di plastica. Si pensa dunque che Bennu abbia avuto origine da vari pezzi di un asteroide più grande della fascia degli asteroidi, a seguito di una massiccia collisione tra uno e due, miliardi di anni fa.

La Nasa conserverà almeno il 70% del campione a Houston per studi futuri, una pratica iniziata nell’era Apollo con le rocce lunari. I campioni sono quindi disponibili per nuove domande, nuove tecniche, nuova strumentazione nel futuro, mentre gli altri pezzi saranno inviati per l’esposizione pubblica presso la Smithsonian Institution, lo Space Center di Houston e l’Università dell’Arizona.

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