Cercare la vita su altri pianeti “a gradini”

by Marco Sergio Erculiani

Prima di cominciare una nuova ricerca occorre inquadrarla e contestualizzarla. Questo processo si chiama individuazione del framework o cornice, ed è uno strumento prezioso perché permette di inquadrare  concetti a volte astratti come quanto può essere potente una civiltà aliena o quanto è sviluppata la loro tecnologia.

La NASA si sta impegnando per sviluppare una nuova scala di misura per cercare la vita extraterrestre. Partendo dagli esperimenti inconcludenti del lander Viking Mars fino ad arrivare al pandemonio suscitato dalla scoperta della fosfina su Venere (fino a quando i risultati sono stati ribaltati da ulteriori ricerche), la storia delle ricerche è stata costellata di falsi positivi che, spesso, sono sfuggiti di mano.

Bisogna essere pronti nel caso in cui una di queste scoperte fosse davvero la prova della presenza vita al di fuori della Terra. La scala della credibilità in questo caso si chiama confidence of life detection (o CoLD) ed è divisa in sette scalini, dal meno significativo al più significativo.

Il gradino 1 è un comunicato stampa della NASA dove si rileva la presenza di una “molecola biologicamente significativa” su Marte. Dal momento che è un fatto insolito, si comincia a percorrere la scala. Ancora non è detto che ci sia vita, poiché le molecole organiche sono abbondanti anche su comete e asteroidi. Si passa al gradino 2, dove gli scienziati iniziano a eliminare le potenziali contaminazioni terrestri e a escludere che le misure siano viziate da dati che provengono dalla Terra, in quanto le molecole biologiche potrebbero essersi attaccate ai veicoli spaziali in fase di assemblaggio.

Se anche questo è da escludersi, si passa al gradino 3, in cui si continuano a eliminare altre potenziali cause, cercando spiegazioni ragionevoli per la presenza delle molecole incriminate.  È forse possibile che sia avvenuto qualche processo inorganico precedentemente sconosciuto che avrebbe formato la molecola? Questo è esattamente ciò su cui il gradino 4 si fonda. In pratica, qui si eliminano tutte le altre fonti per la potenziale biofirma o quantomeno si dimostra che sono implausibili in quell’ambiente. Come per ogni buona scienza, qualsiasi scoperta dovrebbe essere convalidata da altri ricercatori. 

Per raggiungere il gradino 5, un altro team indipendente deve confermare la scoperta vista in primo luogo. Ci sta. È il metodo scientifico. Si arriva al gradino 6 quando anche questa prova conferma i dati. Il caso della fosfina su Venere si è fermato qui. In cima, sul gradino 7, gli scienziati prevedono qualche altro segnale potenziale che potrebbe essere creato dalla vita dietro la biofirma e lo rilevano definitivamente. Con almeno due diverse prove che indicano una spiegazione biologica per un fenomeno, finalmente gli scienziati avranno scoperto la prova della vita su un altro mondo.

Tutt’oggi non solo ci sono diverse missioni imminenti dedicate a trovare la vita nel Sistema solare, come Europa Clipper (per Europa) e Dragonfly (per Titano) ma grandi osservatori spaziali, come il James Webb Space Telescope, che potrebbero trovare i tipi di biofirme che il quadro dovrebbe contestualizzare su pianeti al di fuori del nostro sistema planetario. E quando finalmente scopriremo la vita dovremo essere pronti. Speriamo che i media possano usare questa scala per aiutare a calmierare le aspettative delle notizie di biofirme in futuro, sebbene affrontare le emozioni quando si tratta di dare risposta ad una delle domande più importanti della storia è molto, molto complicato.

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