Lanciata nel 2013, la missione astrometrica Gaia dell’Esa continua a raccogliere dati su milioni di sorgenti celesti. L’Osservatorio, operativo nel punto di equilibrio L2 a circa 1,5 milioni di Km dalla Terra, con i suoi due telescopi e gli strumenti scientifici di piano focale, produce precisissime misure di posizione, fotometria e spettroscopia, principalmente di stelle della Via Lattea ma pure di oggetti extragalattici e corpi minori del Sistema Solare.
A oggi, Gaia ha preso dati per 1,8 miliardi di stelle con una precisione senza precedenti, ottenendo il più ricco catalogo sinora pubblicato. Nel 2022 è stato reso pubblico il terzo importante rilascio di dati (Gaia DR3) riguardante 10,5 milioni di sorgenti variabili, identificate mediante sistemi automatici.
Gaia ha fatto importanti scoperte riguardanti la Via Lattea e non solo, contribuendo a conoscere meglio anche il Gruppo Locale, in particolare le Nubi di Magellano, Andromeda (M31) e Triangulum (M33). I dati sulle loro stelle più luminose permettono di stabilire i moti reciproci e in rapporto alla nostra Via Lattea.
Non bastano gli algoritmi
Benché i dati di Gaia siano di squisita qualità, i ricercatori che lavorano alla missione chiedono aiuto agli appassionati per classificare gli oggetti in archivio. L’AI, pur ampiamente utilizzata per analizzare i dati di survey, spesso fallisce nel riconoscere oggetti non convenzionali, dove invece l’operatore umano riesce benissimo. L’analisi visuale dei dati ha spesso portato a scoperte importanti.
Con Gaia, parliamo di milioni di dati e sono una quantità impegnativa anche per gli stessi computer. Ancor di più per l’ispezione visiva degli scienziati pertinenti la missione. Gli scienziati cittadini mostrano di saper svolgere compiti molto impegnativi in ricerche di punta, di conseguenza è stato lanciato un nuovo progetto di citizen science.
Parte Gaia Vari
Partecipando a Gaia Vari, gli scienziati cittadini possono aiutare a classificare le stelle variabili tra i 10 milioni di oggetti in archivio. La variabilità della luminosità delle stelle e di altri oggetti è uno degli strumenti più importanti nello studio dell’Universo in un’ampia gamma di campi dell’astrofisica. In particolare, l’attenzione è rivolta all’analisi delle curve di luce per comprendere meglio le cause della variabilità, scoprirne di nuove o identificare sorgenti peculiari.
L’analisi delle singole sorgenti non rientra negli scopi primari della missione, ma i volontari possono analizzare per il solo piacere, contribuendo realmente alla scienza, grazie a un’interfaccia ben studiata e amichevole ospitata sulla piattaforma Zooniverse.
Anche per migliorare il sistema automatico
Partecipando a Gaia Vari, i volontari classificano le variabili proposte, identificano le classi errate, possono scoprire potenziali nuovi tipi di variabilità. Tra le altre, svolgendo tale attività aiutano ad addestrare gli algoritmi per il prossimo rilascio di dati previsto nel 2025. Per svolgere queste classificazioni sono approntati dei tutorial e guide chiarissime.
“Gaia sta approfondendo la nostra comprensione dell’universo così come lo conosciamo, e sia gli astronomi professionisti che dilettanti sono rimasti stupiti dai risultati analizzati finora. Ora abbiamo bisogno dell’aiuto della più ampia comunità astronomica amatoriale per capire meglio come le stelle varino nel corso degli anni”, ha detto Pedro García Lario, Community Support Scientist presso Gaia Science Operations Center.
Illustreremo con più dettagli questo nuovo progetto di citizen science in un prossimo numero di COSMO. Intanto per accedere al progetto basterà seguire questo link: https://www.zooniverse.org/projects/gaia-zooniverse/gaia-vari