È la più grande mappa bidimensionale del cielo e copre quasi metà della volta celeste. Stiamo parlando del Dark Energy Spectroscopic Instrument (DESI) Legacy Imaging Survey, un monumentale sondaggio che per sei anni ha visto coinvolti i telescopi Kitt Peak National Observatory in Arizona e Cerro Tololo Inter-American Observatory in Cile gestiti dal NOIRLab del NSF statunitense.
Il progetto è stato realizzato per studiare nel dettaglio la struttura dell’Universo e indagare le proprietà della materia oscura ed energia oscura attraverso la completa e profonda mappatura anche delle galassie più deboli e distanti. Con il decimo rilascio di dati, questa mappa è diventata ancora più grande e completa grazie al contributo del Beijing-Arizona Sky Survey.
Tre grandi camere a largo campo
Queste tre indagini – compiute con la camere Mosaic-3 sul telescopio Nicholas U. Mayall da 4 metri, la 90Prime sul telescopio Bok da 2,3 metri dell’Università dell’Arizona e la Dark Energy Camera costruita dal DOE (DECam) sul telescopio di 4 metri Víctor M. Blanco – hanno ripreso insieme ben 14.000 gradi quadrati del cielo visibile dall’emisfero settentrionale, raccogliendo un petabyte (1000 trilioni di byte) di dati e 100 milioni di ore di CPU su uno dei computer più potenti del mondo presso il National Energy Research Scientific Computing Center del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti .
Comprendere l’energia oscura
Il principale scopo della mappa è identificare circa 40 milioni di galassie per il DESI Spectroscopic Survey, un programma quinquennale già in corso che punta a comprendere l’energia oscura e il suo ruolo nell’espansione cosmica, ricostruendone gli ultimi 12 miliardi di anni.
Tuttavia, i dati DESI sono anche la migliore rappresentazione degli oggetti che popolano l’Universo con una profondità e un dettaglio mai raggiunti da altri sondaggi fotografici. In particolare, il decimo rilascio ha integrato le nuove immagini con DECam del cielo extragalattico meridionale, in regioni lontane dalla Via Lattea, dove lo sguardo può spingersi davvero lontano senza rilevanti assorbimenti.
L’archivio Legacy Survey
Con l’aggiunta delle immagini del cielo australe, l’archivio Legacy Surveys supera ora i 20.000 gradi quadrati, cioè quasi la metà del cielo. Inoltre, sono state aggiunte pure osservazioni con filtro nel vicino infrarosso (NIR). L’aggiunta di dati NIR permetterà di calcolare meglio gli spostamenti verso il rosso delle galassie lontane. Questi dati aggiuntivi rendono l’archivio maggiormente fruibile per altre ricerche con forti ricadute pure in termini di scoperte, come nell’identificazione delle controparti ottiche di sorgenti radio e raggi X.
Accessibile a chiunque
Non sono solo gli scienziati a beneficiare dei dati Legacy Surveys. I dati pubblicamente disponibili consentono agli astrofili competenti di svolgere ricerche persino di punta accedendo all’Astro Data Archive.
“Chiunque può utilizzare i dati del sondaggio per esplorare il cielo e fare scoperte“, ha affermato Arjun Dey, un astronomo del NOIRLab di NSF. “Secondo me è questa facilità di accesso che ha reso questo sondaggio così efficace. Ci auguriamo che in pochi anni Legacy Surveys disporrà della mappa più completa dell’intero cielo e fornirà un tesoro agli scienziati anche in futuro“.
Per saperne di più e l’accesso ai dati: https://www.desi.lbl.gov/