A oltre 6500 anni-luce sopra il piano della Via Lattea, dove la densità stellare è minima e il vuoto interstellare domina, emerge una storia che riscrive le nostre attese sull’evoluzione delle stelle massicce. Qui sta Calvera: una pulsar in fuga accompagnata da un resto di supernova, un duo che ha catturato l’attenzione degli astronomi perché “è esplosa dove non doveva”.
Il nome Calvera, omaggio all’antagonista de I Magnifici 7, è perfetto per questa stella di neutroni che rompe le regole dell’ordinario. L’oggetto è stato studiato da un team di astrofisici dell’Inaf presso l’Università di Palermo, coordinato da Emanuele Greco, con l’ausilio di osservazioni nei raggi X dell’osservatorio spaziale a Xmm-Newton e osservazioni radio dal sistema Lofar.
Nel 2022, il Lofar aveva individuato un anello radio diffuso, quasi circolare, interpretato come il resto di supernova, situato a circa 37° di latitudine galattica, una posizione estremamente insolita per un’anomalia di questo tipo. La pulsar Calvera, già nota per la sua intensa emissione in raggi X, mostra un moto proprio marcato (circa 78 millesimi di secondo d’arco all’anno) che la sta allontanando dal centro dell’esplosione, suggerendo un legame diretto tra i due oggetti.
Dall’analisi combinata delle osservazioni di Xmm-Newton e di altri strumenti, si è stimato che il sistema sia distante tra 13mila e 16.500 anni luce e abbia un’età compresa tra 10mila e 20mila anni, valori coerenti sia per il resto di supernova che per la pulsar. Questo rafforza l’ipotesi di una comune origine esplosiva.
Lo studio più recente scava più a fondo: grazie anche al contributo delle osservazioni nei raggi gamma del Fermi/Lat, si forniscono dettagli sul plasma caldo presente all’interno del resto di supernova, confermando l’associazione con la pulsar Calvera.
Questo risultato scatena riflessioni sulla formazione stellare in regioni lontane dal piano galattico. Le stelle massicce nascono in genere dove il gas è più denso; perciò. trovarne i resti così lontano dal piano è tanto raro quanto illuminante. Inoltre, il sistema insegna che anche le regioni apparentemente vuote della Galassia possono nascondere processi energetici estremi, con emissioni di raggi X e gamma.
In sintesi, Calvera e il suo resto di supernova ci offrono un laboratorio naturale in cui studiare i residui stellari in ambienti estremamente rarefatti: un anello radio, emissioni X da plasma shock-riscaldato, segnali gamma, e una pulsar in fuga, il tutto sospeso al di sopra della nostra Galassia come un testimone silenzioso dell’estrema vitalità cosmica là dove non ce l’aspetteremmo.
In apertura, immagine nei raggi X di Calvera (cerchio giallo), e del resto di supernova (ellisse bianca). Il materiale responsabile dell’emissione osservata ha una temperatura compresa tra 1 e 10 milioni di gradi (E. Greco, Inaf).
Antonio Pasqua