L’assemblaggio del satellite Plato (Planetary Transits and Oscillations of stars), il “cacciatore di esopianeti simil-terrestri”, sviluppato dall’Agenzia spaziale europea (Esa) è alle fasi finali (vedi Cosmo2050 n. 61). A Oberpfaffenhofen, gli ingegneri della Ohb, azienda aerospaziale europea con sede in Germania, hanno assemblato le parti della sonda spaziale.
Ora si procederà con i controlli di rito necessari ad assicurare che ogni strumento del satellite sia perfettamente integro e funzionante; poi si svolgeranno i test per certificare che Plato sia idoneo al lancio, che è in programma dalla base spaziale europea nella Guyana francese nel dicembre 2026 con un razzo Ariane 6.
Il modulo di carico del satellite ospita il sistema esplorativo, composto da 26 fotocamere ad alta definizione, grazie alle quali l’Esa scruterà il cosmo in cerca di pianeti rocciosi in orbita attorno a stelle di tipo spettrale compreso tra F5 e K7 (che comprendono quelle simili al Sole), nella cosiddetta “fascia abitabile”, cioè quella in cui le temperature permettono la presenza di acqua liquida in superficie.
Le fotocamere, costruite da Leonardo a Campi Bisenzio (Firenze), hanno un diametro di 20 centimetri ciascuna e utilizzano sei lenti fatte di cinque diversi tipi di vetro, per offrire la massima adattabilità. Queste sofisticate tecnologie sono state ideate e progettate da un team italiano con la partecipazione di Svezia e Svizzera, coordinato dall’Istituto nazionale di astrofisica e finanziato dall’Agenzia spaziale italiana.