Foto di Massimo Di Fusco: Messier 4
Luogo
Rio Hurtado (Cile)
date-526
2025-04-09
Telescopio
ASA Newton 500
Montatura
ASA DDM85 equatorial Mount
Camera
FLI PL16803
Filtri
Astrodon R/G/B
Pose
3x(6×180″)
Elaborazione
APP, PixInsight, PS
Message
Messier 4 (noto anche come M4 o NGC 6121) è un ammasso globulare luminoso situato nella costellazione australe dello Scorpione. Si trova a una distanza approssimativa di 7200 anni luce dalla Terra e ha una magnitudine apparente di 5,9.
Messier 4 è uno degli ammassi globulari più vicini alla Terra, insieme a NGC 6397, un ammasso situato nella costellazione dell’Ara. NGC 6397 si trova approssimativamente alla stessa distanza (7200 anni luce), ma è leggermente più debole di M4, con una magnitudine visuale di 6,68.
Messier 4 ha una classificazione di densità IX, il che significa che è piuttosto poco concentrato (gli ammassi più densi sono quelli di classe I), e ha un’età stimata di 12,2 miliardi di anni.
M4 presenta una caratteristica struttura a barre nella sua regione centrale, visibile con un telescopio di medie dimensioni. La barra è lunga circa 2,5 minuti d’arco ed è composta da stelle di magnitudine 11. M4 ha un diametro angolare di 36 minuti d’arco, corrispondenti a 75 anni luce, e il suo raggio mareale è stimato in 32,49 minuti d’arco, corrispondenti a circa 70 anni luce. In altre parole, le stelle all’interno della regione di 140 anni luce di diametro occupata da M4 non possono sfuggire all’influenza gravitazionale dell’ammasso.
Le stelle più luminose di M4 hanno una magnitudine apparente di 10,8 e si ritiene che l’ammasso ospiti almeno due distinte popolazioni stellari, ovvero popolazioni di stelle formatesi in due o più momenti diversi. Se così fosse, l’ammasso avrebbe subito due o più cicli di formazione stellare. Messier 4 contiene diverse decine di migliaia di stelle, ma potrebbe essere stato più massiccio e averne contenute di più in passato. Infatti, l’ammasso ha un’orbita che lo porta attraverso il disco della Via Lattea, a distanze inferiori a 5000 parsec dal nucleo galattico. Di conseguenza, M4 subisce ogni volta uno shock mareale che, a sua volta, si traduce in una ripetuta perdita di stelle.