ET IN VISITA DOVRÀ FARE I CONTI CON IL GOLDEN DOME

Nei prossimi anni conviene che le eventuali astronavi aliene stiano alla larga dagli Stati Uniti

by Graziano Chiaro

In questi giorni il presidente Usa Donald Trump ha ordinato la realizzazione del Golden Dome, uno scudo da attacchi missilistici al territorio americano che rappresenta una evoluzione spaziale dell’Iron Dome, il sistema di difesa da attacchi missilistici terrestri. La ragione principale è la protezione verso missili intercontinentali lanciati da potenziali nemici degli Usa.

Elon Musk, attraverso la sua SpaceX ha proposto uno scudo a tre cerchi. Il primo è rappresentato dai sensori che devono individuare e tracciare i “proiettili” sparati da un nemico. Il secondo è lo snodo comando-controllo, che deve coordinare scoperta e risposta. Il terzo è l’anello più complesso, quello dell’intercettazione dei missili in arrivo con l’uso di laser o di “proiettili”. Il progetto prevede la messa in orbita di diverse centinaia di satelliti, suddivisi tra le “sentinelle” incaricate di monitorare il lancio e la traiettoria dei mezzi intercettori.

La realizzazione è prevista entro il 2030 e una prima valutazione fatta dai contabili di SpaceX ritiene che solo questa fascia potrebbe comportare un costo che oscilla tra i 6 e i 10 miliardi di dollari.

A questo punto, occorre lanciare un monito alle civiltà aliene che sul breve avessero in programma una visita alla Terra.

Non sappiamo come saranno tarati i sensori del primo cerchio.

Un’astronave aliena potrebbe essere equiparata a un missile nemico e quindi l’intero sistema entrerebbe in allarme. Se l’intenzione aliena è quella di una visita in pace, questa potrebbe essere male interpretata e scatenare le ire del Pentagono e il conseguente lancio di proiettili intercettori. Una visita pacifica potrebbe trasformarsi così in una guerra inattesa.

Sarebbe utile che le navi aliene si presentassero con insegne di pace, ma come? Inoltre, guai avvicinarsi alla Terra a velocità tipo Mach 25, che verrebbero registrate come la velocità dei più potenti missili intercontinentali, ma la cosa migliore sarebbe evitare gli Stati Uniti come location per l’atterraggio.

Nel deserto argentino, per esempio, c’è una stella a 36 punte, di 48 metri di diametro, con al centro un’altra più piccola, fatta con le stesse pietre bianche e marroni ma a dodici punte.

Una location ottima per una piattaforma di atterraggio per esseri interplanetari in visita alla Terra. Insomma, per un’astronave aliena evitare di scontrarsi con la Golden Dome è possibile.

 

 

E non è tutto, perché Donald Trump ha presentato anche il progetto Stargate, un’iniziativa colossale che punta a rivoluzionare il panorama tecnologico globale. Il progetto prevede un impegno economico straordinario: 500 miliardi di dollari, destinati a creare un’infrastruttura senza precedenti per la creazione di data center e infrastrutture di calcolo avanzate, necessarie a garantire la leadership americana nel campo dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo è garantire la supremazia americana nel settore tech.

Anche questo progetto potrebbe creare problemi a ET qualora decidesse di inviare un segnale (radio o laser) verso la Terra, perché  Stargate potrebbe intercettarlo e decidere se divulgarlo o mettere tutto a tacere.

 

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