UN’ERUZIONE DA RECORD SULLA LUNA VULCANICA IO

Rivelata dalla sonda Juno della Nasa in seguito al flyby del 27 dicembre 2024

by Piero Stroppa

Con i suoi oltre quattrocento vulcani, la luna Io di Giove è l’oggetto geologicamente più attivo del Sistema solare. Ma un’eruzione come quella registrata il 27 dicembre scorso dagli strumenti di bordo della sonda Juno della Nasa non si era mai vista. La potenza sprigionata dal sito dell’eruzione, che copre un’area di 100mila km quadrati nell’emisfero sud di Io, è di almeno 80mila miliardi di watt, pari a sei volte quella di tutte le centrali elettriche presenti sulla Terra (l’immagine è di fantasia).
Ad accorgersi dell’imponente evento è stato uno strumento italiano: lo spettrometro Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper). Finanziato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e utilizzato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), Jiram è uno dei dieci strumenti scientifici a bordo di Juno.
Progettato per catturare la luce infrarossa emessa dalle regioni interne di Giove, Jiram può spingere il suo sguardo dai 50 ai 70 km al di sotto delle nubi che avvolgono il gigante gassoso. Ma da quando la Nasa ha esteso la missione di Juno, il team ha utilizzato lo strumento anche per studiare le lune Io, Europa, Ganimede e Callisto.

Come una spugna
Il responsabile dell’intensa attività eruttiva di Io, compresa quella in atto nell’hot spot osservato da Jiram, è sempre Giove. L’enorme attrazione gravitazionale che il gigante del Sistema solare esercita su Io. Grande più o meno come la nostra Luna, Io orbita attorno a Giove a distanza ravvicinata, compiendo un giro completo ogni 42,5 ore su una traiettoria ellittica. Dunque ogni 42.5 ore la sua distanza da Giove tocca un minimo e un massimo, e con essa l’attrazione gravitazionale esercitata dal pianeta.
Ciò porta Io a subire in continuazione un’azione di “schiacciamento” alternata a una di “rilascio”, un po’ come una spugna che venga continuamente strizzata e ammollata. Quest’alternanza causa un forte attrito, producendo così un’enorme quantità d’energia e portando alla fusione delle regioni interne della luna. Questo spiegata l’origine dei continui pennacchi di lava e cenere che si sprigionano nell’atmosfera di Io attraverso i numerosi vulcani che ne costellano la superficie.

 

 

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