Quali sono le sfide globali che la comunità scientifica affronta nell’era digitale? E come la diplomazia scientifica può avere un ruolo fondamentale nella gestione delle risorse scientifiche e nella risoluzione delle sfide planetarie di oggi?
Le istituzioni scientifiche e gli attori diplomatici possono, interagendo, risolvere problemi concreti, così come è stato in passato e contribuire così a una società della conoscenza più consapevole e resiliente.
Questi argomenti sono stati presentati il 12 marzo 2024, all’Auditorium PalaExpo di Roma in collegamento alla grande mostra Macchine del Tempo.
La presentazione dell’ambasciatore Umberto Vattani e del presidente dell’Inaf Marco Tavani, spettacolare, immersiva e inclusiva, come l’esposizione Macchine del Tempo, ha introdotto i partecipanti a gestioni diplomatiche complesse. Riuscendo a veicolare tutto il fascino e l’impatto delle difficoltà che vengono superate grazie a laboriose negoziazioni.
Dopo una breve presentazione di Marco Tavani, che ha proposto le immagini dei più grandi telescopi, ai quali progressivamente l’Italia ha preso parte, e/o ha fondato, Umberto Vattani ha iniziato a farci viaggiare con in oltre 40 anni di avventure e sfide, vinte grazie a una sempre più efficace diplomazia scientifica italiana. Dall’ottenimento del Giusto Ritorno delle somme investite dall’Italia, conditio sine qua non degli stati membri finanziatori della nascente Agenzia spaziale europea, l’Esa, all’entrata dell’Italia nell’ESO, l’Osservatorio europeo dell’emisfero Sud, attraverso pazienti e risoluti dialoghi, la capacità evocatrice di Umberto Vattani ci ha portato nei luoghi e nei tempi nei quali si è forgiata una visione nuova dell’importanza mondiale della comunità scientifica italiana e del suo ruolo indispensabile: a Parigi (ESA), alla periferia di Monaco di Baviera (ESO), a Taormina, e perfino nel deserto di Atacama in Cile (dove ha sede il Very Large Telescope, VLT).
Una maniera per farci viaggiare insieme a una nuova diplomazia scientifica italiana, sempre più impegnata nel sostenere la crescente forza e prestigio della comunità astrofisica Italiana, e di tutto il nostro patrimonio scientifico di risonanza mondiale, composto da Leonardo, Galileo, Fermi, Marconi, e citando anche la Margherita Hack. Dietro ogni negoziazione è stata aperta una finestra, un osservatorio, o una cooperazione internazionale sulle mirabilia celesti che hanno cambiato la nostra comprensione dell’Universo e della percezione della grande scienza Italiana.
Il tempo a disposizione è scaduto, ma il Palaexpo e le sue Macchine del Tempo ci aspettano per altri incontri, fino al 24 marzo, consultabili a questo link.
Paola Antolini-Spadafora