Analizzando le immagini dell’Ultraviolet Near Infrared Optical Northern Survey (UNIONS), un team internazionale di astronomi ha scoperto quella che sembra prospettarsi come la galassia più piccola tra i satelliti della Via Lattea. Denominata Ursa Major III/UNIONS 1, è solo l’ultima aggiunta in una ormai vasta popolazione di sparuti gruppi di stelle presenti nell’alone della nostra Galassia. Con quest’ultima, in particolare, facciamo fatica a considerare come galassia nana ultradebole (UFD) un oggetto formato da non più di 60 stelle che a stento mettono insieme 20 masse solari!
Pur non essendoci una definizione univoca e accettata di galassia, un oggetto così modesto crea vari interrogativi sulla sua natura e formazione. Per tale ragione gli specialisti preferiscono definire questa nuova classe di oggetti come “ammassi di alone”, forse legati a minuscole nubi di materia oscura.
Esponente di una vastissima popolazione?
Gli astronomi sospettano che di oggetti come Unions 1 ce ne siano molti di più nella vasta regione dell’alone galattico e la loro scoperta potrebbe allentare la tensione sul modello cosmologico standard che ne prevede un gran numero. Sinora il censo si attesta intorno alla settantina, tra cui altri candidati in attesa di conferma, ma il numero è ancora ben sotto quello atteso di circa 200 satelliti per la nostra Galassia.
Gli esperti confidano nel modello standard ΛCDM e pensano che i satelliti attesi siano solo da scoprire. Se non troviamo le galassie UFD mancanti del Gruppo Locale, deve essere per un limite strumentale e di metodo. In tale ricerca si concentrano alcuni gruppi internazionali tra cui Unions che sta indagando un’area di 4800 gradi quadrati di cielo mediante il Canada-France-Hawaii Telescope (CFHT) e il Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System (Pan-STARRS).
Una lieve sovradensità stellare
Simon E.T. Smith (Università di Victoria in Canada) e il suo team ha trovato Ursa Major III/UNIONS 1 nella costellazione dell’Orsa Maggiore. La nuova galassia è stata identificata come lieve sovra densità nel campo stellare, appena sopra un raggruppamento casuale puramente prospettico. Osservazioni di folow-up svolte con il telescopio Keck e dati di Gaia hanno dimostrato la fondatezza di una concentrazione reale.
L’analisi del diagramma colore-magnitudine (CMD) ha permesso di stimare una magnitudine visuale assoluta di appena +2,2, sotto il precedente record dell’oggetto catalogato come Kim 3 di magnitudine assoluta +0,7. Anche le sue dimensioni sono minuscole e pari a 10 anni luce, addirittura meno di quelle medie di un ammasso globulare. Sempre l’analisi del CMD ha permesso di stimare una distanza di 41.700 anni luce dal centro galattico. Il CMD suggerisce inoltre una popolazione stellare a bassa metallicità con un’età di circa 11 miliardi di anni.
Reliquie o detriti?
Sorge spontanea una domanda: oggetti come Kim 3 e UMa III sono vere minuscole UFD testimoni della prima formazione galattica? O piuttosto sono i resti di ammassi distrutti dalla Via Lattea e tenuti insieme dalla reciproca gravità? Serviranno altre osservazioni per dipanare questo dubbio ma è certo che l’alone galattico sia un ambiente più complesso di quanto creduto sino a soli pochi anni fa.