Sono denominati SAT-33 e SAT-34, fanno uso di molta tecnologia made in Italy, e sono i due nuovi satelliti europei della rete Galileo per la navigazione, lanciati in orbita la mattina del 17 dicembre con il nuovo razzo vettore Ariane 6 dell’Esa (Agenzia spaziale europea).
Il lancio è avvenuto dallo spazio-porto europeo nella Guyana francese, alle 6:01 ora italiana, è stato perfetto, e i due satelliti si sono separati dal lanciatore dopo un volo di poco meno di quattro ore. Alle 10:51, le stazioni di terra hanno acquisito il segnale, confermando che entrambi i satelliti sono in buone condizioni e che i loro pannelli solari sono stati dispiegati.
Il punto sulla rete satellitare Galileo
Superata la fase di operazioni preliminari e test in orbita, entreranno a far parte della costellazione Galileo nell’orbita terrestre a 23.222 km. Tra circa tre mesi, con l’aggiunta dei nuovi satelliti, la costellazione conterà 29 satelliti attivi, garantendo una copertura e un’affidabilità ancora maggiori. Galileo, gestito e finanziato dalla Commissione europea, è il sistema di navigazione satellitare progettato e realizzato per rendere l’Europa autonoma rispetto ai servizi del Gps statunitense. Dal 2016, anno in cui è entrato in servizio aperto, serve oltre cinque miliardi di utenti di smartphone in tutto il mondo.
Tutti gli smartphone venduti nel mercato unico europeo sono ora garantiti come compatibili con Galileo. Ed è operativo nei settori ferroviario, marittimo, agricolo, dei servizi di sincronizzazione finanziaria e delle operazioni di soccorso.
L’Esa guida la progettazione, lo sviluppo e la qualificazione dei sistemi spaziali e terrestri, oltre a procurarsi i lanci, e le attività di ricerca e sviluppo per il futuro di Galileo nell’ambito del programma UE Horizon Europe.
Questo lancio aggiunge ulteriori satelliti a una costellazione già solida, rafforzando ancor più la capacità del sistema di garantire servizi di navigazione 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a miliardi di utenti in tutto il mondo.
Con il quinto lancio (di successo) di Ariane 6
Questo è il primo lancio di satelliti Galileo con il razzo Ariane 6 e il quinto lancio del lanciatore europeo per carichi pesanti. Altri due lanci sono previsti nel prossimo futuro, ciascuno dei quali trasporterà due satelliti Galileo di prima generazione.
“Il 2025 segna il trentesimo anniversario dei programmi di navigazione europei e il lancio riuscito di due nuovi satelliti Galileo è un altro momento di orgoglio e di soddisfazione in questa tradizione”, ha dichiarato Josef Aschbacher, direttore generale dell’Esa.
“Oggi l’Europa è più resiliente di ieri e mi congratulo con tutti gli ingegneri e ingegnere, scienziati e scienziate e il personale di supporto che hanno reso possibile questo successo” – aggiunge il DG dell’Esa.
“Mancano solo due lanci al completamento della flotta di prima generazione di Galileo, una pietra miliare che chiude un capitolo e ne apre un altro”, aggiunge Francisco-Javier Benedicto Ruiz, direttore del settore navigazione satellitare dell’Esa. “Presto aggiungeremo i satelliti Galileo di seconda generazione, che forniranno servizi di posizionamento, navigazione e sincronizzazione ancora più robusti e affidabili. Si integreranno perfettamente con la flotta attuale per formare la più grande costellazione di satelliti d’Europa e fornire servizi essenziali in tutto il mondo”.
Il ruolo dell’industria italiana
A bordo di tutti i satelliti del programma Galileo, una componente tecnologica fondamentale è sviluppata grazie anche al supporto dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), da Leonardo, che ha realizzato a Campi Bisenzio (Firenze) i sensori di assetto utilizzati per controllare la posizione dei satelliti e a Nerviano (Milano) gli orologi atomici all’idrogeno Phm (Passive Hydrogen Maser).
Il Phm di Leonardo è considerato il più accurato orologio atomico mai realizzato per applicazioni di navigazione satellitare poiché arriva ad accumulare un ritardo di appena un secondo ogni tre milioni di anni. Ne vengono installati due su ciascuno dei satelliti e ne sono il vero cuore: la capacità di un sistema di navigazione satellitare di individuare una posizione deriva dal calcolo del tempo necessario affinché un segnale viaggi dal satellite a un ricevitore. Leonardo sta inoltre sviluppando una nuova tecnologia per gli orologi atomici dei futuri satelliti del programma.
Dalla piana abruzzese del Fucino
Leonardo ha poi progettato e sviluppato i terminali utente e il software dei centri di sicurezza del Prs, il servizio criptato per applicazioni sensibili, accessibile solo a utenti autorizzati dai governi degli Stati membri dell’UE.
Telespazio (società controllata da Leonardo), con le sue gigantesche antenne puntare verso lo spazio, ha invece realizzato, presso il Centro Spaziale del Fucino, in Abruzzo, uno dei due centri di controllo che gestiscono la costellazione e la missione del programma.
I satelliti oggi in orbita saranno progressivamente sostituiti da altri di seconda generazione, superiori ai precedenti in termini di prestazioni, robustezza, cyber-sicurezza, servizi e affidabilità del segnale.
Sei dei 12 nuovi satelliti saranno realizzati da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales e Leonardo) a Roma. Thales Alenia Space, con Leonardo e Telespazio, progetterà e realizzerà anche il segmento di missione di terra di Galileo Second Generation. Il sistema di seconda generazione vedrà infine potenziate le attività di monitoraggio della cyber security anche grazie alle attività di un consorzio industriale di cui sono parte sia Thales sia Leonardo.