Ben presto, tra i futuri astronauti ricercatori in orbita potrebbe essere inviato anche un esperto di otorinolaringoiatria. In effetti, secondo un recente studio del Dipartimento di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Metodista di Houston, la maggior parte degli astronauti soffre di problemi ai seni paranasali, che producono sintomi comuni come congestione nasale e pressione o dolore al viso, durante la loro permanenza in orbita.
L’85 per cento dei 71 astronauti indagati per questo studio hanno confermato di aver sofferto tali sintomi. Sebbene di solito non diano problemi una volta tornati sulla Terra, l’autore principale dello studio Masayoshi Takashima sostiene che sono proprio quei sintomi apparentemente lievi a poter potenzialmente influire su aspetti di salute generale.
“Si tratta di mantenere le massime prestazioni”, ha detto Takashima. “Se non si dorme bene perché non si riesce a respirare, le funzioni cognitive, i tempi di reazione e le prestazioni della missione possono risentirne, e questi aspetti sono assolutamente critici nello spazio.” Indagando l’effetto dello spazio sul delicato e importante sistema di irrigazione che attraversa la testa, i ricercatori hanno scoperto inoltre che gli astronauti che effettuano le attività extraveicolari sono particolarmente colpiti da sbalzi di pressione che possono causare problemi più pericolosi della congestione, come la disfunzione delle tube di Eustachio, i piccoli tubicini che collegano le orecchie alla gola.
In figura, l’astronauta italiano Luca Parmitano dell’Agenzia spaziale europea impegnato in una attività extraveicolare all’esterno della Stazione spaziale internazionale.