Gli elementi alogeni stanno rivelando indizi fondamentali sulla formazione della crosta lunare e sulla dicotomia che caratterizza il paesaggio dei due versanti del nostro satellite naturale. Il lato che vediamo dalla Terra ha una crosta spessa circa 70 chilometri e un aspetto molto diverso rispetto al lato opposto, la cui crosta arriva a 150 chilometri ed è dominato da paesaggi chiari e montuosi, quasi privi di “mari”.
I “mari lunari” sono composti da vasti flussi di magma basaltico, eruttati principalmente circa 3,5 miliardi di anni fa sul lato visibile, ricco di elementi radioattivi e con una lunga storia di attività vulcanica, a differenza del lato opposto. I due emisferi hanno dunque avuto storie evolutive molto diverse.
Figlia di un impatto cosmico
Secondo la teoria più accreditata, la Luna si è formata circa 4,5 miliardi di anni fa, in seguito all’impatto colossale tra la Terra e un corpo celeste delle dimensioni di Marte, chiamato Theia. L’energia sprigionata dall’urto avrebbe fuso entrambi i corpi, creando un oceano di magma che, raffreddandosi, avrebbe dato origine alla crosta lunare.
Il processo che ha prodotto sulla Luna due mondi distinti potrebbe essere nascosto in minuscole tracce di elementi alogeni (fluoro e cloro) trovate nei campioni lunari da un team internazionale di ricercatori, guidato dal Geodynamics Research Center dell’Università di Ehime, in Giappone, in collaborazione con le Università di Münster (Germania) e Amsterdam (Paesi Bassi).
Le rocce del versante visibile dalla Terra sono molto più ricche di cloro rispetto a quelle rinvenute nell’emisfero nascosto. Questo significa che vapori di cloruri metallici si siano formati prevalentemente sul lato visibile della Luna, durante le eruzioni vulcaniche o per evaporazione da impatto nei vasti mari basaltici che caratterizzano questo lato, modificandone chimicamente la crosta.
Le rocce del lato nascosto sarebbero, invece, rimaste al riparo da queste attività vulcaniche, conservando la composizione più antica della Luna primordiale. In particolare, le rocce dell’emisfero nascosto sembrano provenire da un magma risalente a circa 4,3 miliardi di anni fa e potrebbero contenere tracce dell’oceano di magma originario della Luna.
Questa scoperta rende ancora più preziose le recenti missioni spaziali dedicate all’esplorazione del lato nascosto della Luna, come la cinese Chang’e-6, che ha effettuato il primo prelievo di campioni dal lato nascosto.