LE GRANDI MOLECOLE ORGANICHE DI MARTE

Trovate in un campione di roccia raccolto dal rover Curiosity

by Piero Stroppa

La ricerca della presenza di vita nel lontano passato di Marte si arricchisce di indizi sempre più promettenti. Grazie alle analisi su un campione di roccia raccolto dal rover Curiosity, sono state scoperte molecole organiche di grandi dimensioni, formate da lunghe catene di atomi di carbonio. Questo tipo di composti, mai rinvenuti finora sul Pianeta rosso, potrebbero essere frammenti di acidi grassi e cioè tra i costituenti più comuni della vita sulla Terra.

Il campione analizzato è stato raccolto dal rover Nasa nel 2013 perforando una roccia chiamata Cumberland, nella zona di Yellowknife Bay, un luogo ritenuto l’alveo di un antico lago. Il rover ha eseguito le analisi nel piccolo laboratorio Sam (Sample Analysis at Mars) di cui è dotato, scaldando la polvere di roccia fino a farle liberare delle grandi molecole, composte da dieci o più atomi di carbonio. Negli anni successivi, i dati sono stati rivisitati e analizzati in varie ricerche, giungendo a ipotizzare che le molecole rinvenute da Curiosity sono frammenti di altre molecole, ancora più grandi e complesse.

È una scoperta entusiasmante, perché dimostra, per la prima volta, che Marte in passato ha sviluppato una chimica organica avanzata, complessa abbastanza per dare origine alla vita. Pur non essendo una prova certa dell’esistenza di esseri viventi primordiali nel passato marziano (gli acidi grassi possono infatti formarsi anche a seguito di processi chimici abiotici), il ritrovamento di queste molecole aumenta le probabilità che sul pianeta si possano trovare anche le cosiddette biofirme, composti chimici prodotti esclusivamente da processi biologici. Molti studiosi avevano il timore che strutture chimiche di questo genere potessero essere state distrutte da centinaia di milioni di anni di radiazioni e ossidazioni, ma forse non tutto è andato perduto.

Per analisi più approfondite e dettagliate, e forse nuove rivelazioni, bisognerà scendere ancora più nei dettagli. Per questo scopo, l’avvio di una o più missioni di tipo sample return sarà fondamentale per svolgere le ricerche sui campioni nei laboratori terrestri, in grado di fornire dati altrimenti impossibili da ricavare con gli strumenti di analisi montati a bordo del rover Curiosity.

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