Dopo aver comprato il telescopio Unistellar Odyssey Pro sono intenzionato a comprare un altro telescopio capace di fare scatti a campo largo (per esempio, riprendere insieme M81 e M82) e la mia attenzione (anche per questione di costo) è stata attirata dal Dwarf III
Chiedo un parere tecnico sulle caratteristiche e prestazioni di questo telescopio, magari facendo un confronto con l’Odyssey Pro, considerando un uso prevalente in città e quindi con alto inquinamento luminoso.
Possibilmente qualche consiglio per ottenere buoni risultati per gli scatti di oggetti celesti come nebulose, galassie (singole o ammassi), ammassi stellari aperti e ammassi globulari.
Risponde Walter Ferreri
Ecco le principali caratteristiche tecniche del Dwarf III, che rappresenta un netto miglioramento rispetto al precedente Dwarf II. L’obiettivo principale, che è un ED ed è composto da 6 lenti, ha un diametro di 35 mm e una lunghezza focale di 150 mm. Nonostante questi valori molto contenuti, il sensore Sony Imx 678 Starvis 2 riesce a far sì che con esso si possano rivelare facilmente stelle fino alla quindicesima magnitudine.
Il filtro integrato Dual-Band riduce l’inquinamento luminoso ed è ottimo per la ripresa di nebulose a emissione. Un altro filtro (Astro) è ottimale per foto astronomiche in generale mentre il Vis è concepito per foto diurne. Anche questi ultimi due sono integrati.
Nel paragone con un telescopio tradizionale anche piccolo (come un rifrattore da 80 mm o un Maksutov da 90 mm), le prestazioni sono invece modeste su Luna, Sole e pianeti. Su questi oggetti, quanto fotografa il Dwarf è inferiore in risoluzione a quanto un osservatore riesce a scorgere visualmente.
A nostro avviso, in paragone con l’Odyssey i punti salienti del Dwarf III sono due:
- le dimensioni e il peso estremamente contenuti;
- il prezzo molto incoraggiante.
In un confronto con l’Odyssey Pro, che ha un diametro di 85 mm, il Dwarf III mostra l’impossibilità di un’osservazione diretta (è privo di oculare) ma il vantaggio di una portatilità nettamente maggiore (pesa solo 1,3 kg). Inoltre, le prestazioni non rispecchiano i rapporti dei diametri, ovvero il Dwarf III non è 2,43 volte inferiore all’Odyssey (85/35), ma decisamente meno.
Il consiglio per ottenere buoni risultati con oggetti deep-sky è comunque quello di lavorare con un cielo meno inquinato e più buio possibile (evitando le nottate con la Luna intorno alla fase di Piena). Per il resto, i progettisti di questi telescopi smart hanno predisposto artifici tali da minimizzare gli effetti nefasti dell’inquinamento luminoso, rendendo di fatto possibili riprese di galassie dall’interno delle città, riprese impensabili in passato. Ma, ovviamente, anche questi strumenti nel deep-sky danno di più se utilizzati sotto cieli bui.