Mentre preparavo l’editoriale, è arrivata una notizia dirompente, che entra di diritto in questa pagina: la nomina di Jared Isaacman ad amministratore delegato della Nasa. Il designato da Donald Trump (la cui carica dovrà essere confermata dal Senato degli Usa) è un miliardario visionario come Elon Musk, che sogna l’arrivo dell’umanità su Marte e ha volato come astronauta civile con la missione Inspiration 4, che ha in parte finanziato e che è stata realizzata grazie a SpaceX di Musk. E ricordiamo il Programma Polaris, una serie di tre missioni pensate insieme a SpaceX, di cui la prima, Polaris Dawn (vedi Cosmo2050 n. 55), lo ha visto nuovamente a bordo lo scorso settembre, insieme a due ingegneri donne, ovviamente di SpaceX.
Da qui a dire che dietro alla sua nomina, più che la mano di Trump, si veda quella di Musk, il passo è breve. A favore giocano la sua giovane età (ha 41 anni), il suo entusiasmo e il fatto che dopo due missioni da astronauta non può essere considerato un novellino. Staremo a vedere in che considerazione verrà tenuta SpaceX dalla Nasa che verrà.
Intanto, anche a casa nostra si muove qualcosa di serio. Il lanciatore made in italy Vega C ha finalmente dato prova delle sue capacità, portando in orbita il satellite Sentinel 1C dell’Esa. E il Governo ha programmato di destinare 7,3 miliardi di euro da qui al 2026 in progetti spaziali, mentre in Parlamento è in discussione la legge italiana sullo spazio che apre la strada ai privati anche nel nostro Paese, con incentivi importanti per le Pmi e le startup.
Il 2025 promette così di essere l’anno della consacrazione dello spazio non più come “ultima frontiera” ma come parte della vita di tutti i giorni. In controtendenza, c’è la notizia del rinvio al 2026 della missione Artemis II (che avrebbe dovuto portare a settembre di quest’anno un equipaggio intorno alla Luna), con il conseguente rimando di Artemis III, la missione che prevede lo sbarco sul nostro satellite.
Vogliamo scommettere che il ritorno sulla Luna alla fine avverrà nel 2028, in occasione delle prossime elezioni americane? Dopo quella data, il rischio che arrivino prima i cinesi sarebbe troppo grande. E la Nasa di Elon Musk (pardon, di Jared Isaacman) non può permetterlo.
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