IL VOLO DEL NUOVO RAZZO EUROPEO ARIANE 6

Partito dalla base di Kourou il 9 luglio,  inaugura un nuovo capitolo dell’astronautica europea

by Antonio Lo Campo

E’ stato un lancio perfetto. Il primo volo di test del nuovo razzo vettore europeo Ariane 6 ha effettuato, per il suo primo test completo, un volo eccezionale. Anche se la missione, nel suo complesso è stata un successo al 90 per cento, poiché il motore “Vinci” del secondo stadio, che sarebbe dovuto rientrare nell’atmosfera e bruciare, liberando così l’orbita bassa da un ulteriore, grosso oggetto vagante in orbita, non si è riacceso per la terza volta per effettuare il de orbiting.

La causa: un problema alle APU, le Unità Ausiliarie di potenza, che non si sono attivate per coadiuvare l’accensione dello stadio. Ma ciò che conta, almeno per questo primo lancio, è tutto il resto: e Ariane 6 ha compiuti un lancio impeccabile e ha rilasciato regolarmente tutto il carico utile che aveva nella sua ogiva, posta in cima al razzo alto 56 metri.

 “Nominal!”, “Nominal!”

Il primo Ariane 6 si è staccato dalla nuova piattaforma di lancio appositamente realizzata alla base spaziale di lancio europea della Guyana. E si è arrampicato nel cielo, ad arco sopra l’Oceano Atlantico spinto dai due booster laterali costruiti in Italia. Lo speaker della base di Kourou, scandiva in francese tutte le fasi dell’ascesa verso la spazio del primo Ariane 6 con la magica parola “Nominale”, cioè “tutto regolare”. Con il lancio del 9 luglio, avvenuto alle 21 (ora italiana), le 16 ora locale, è iniziato un nuovo, importante capitolo per l’astronautica europea. Questo primo Ariane 6 è stato lanciato per una missione di test. Non ha quindi inviato in orbita satelliti operativi per conto di aziende, agenzie o compagnie private, ma due capsule dette “di rientro”, cioè in grado di poter discendere negli strati atmosferici terrestri e tornare a terra.

Un primo, sia pure piccolo passo in avanti verso lo sviluppo di quella che dovrà diventare in un futuro troppo lontano, la navicella tutta europea per ospitare astronauti. E rendere finalmente l’Esa e l’Europa dello spazio autonoma anche nei voli spaziali abitati. Oltre alle due piccole capsule, sono stati rilasciati una serie di mini satelliti, realizzati da università e centri di ricerca.

 Versioni 62 e 64

In questo primo lancio di Ariane 6 è stata utilizzata la versione 62, con i due booster a combustibile solido che danno lo spunto alla partenza, derivati dal razzo “Vega C”, costruito da Avio e quindi anch’essi realizzati in Italia, a Colleferro.

Ariane 6, con un grosso numero 6 realizzato su una fiancata formato da tutte le bandierine dei paesi aderenti all’Agenzia Spaziale Europea, ha avuto una partenza perfetta.

Si sono staccati dopo poco più di 2 minuti dalla partenza dalla base di Kourou. Allo stesso tempo è entrato in funzione il motore dello stadio centrale a combustibile criogenico a idrogeno e ossigeno liquidi con un propulsore Vulcain derivato dal predecessore Ariane 5 .

Una volta staccato anche lo stadio centrale, si è attivato quello superiore sempre a idrogeno e ossigeno liquidi con un propulsore Vinci utilizzabile più volte rispetto all’Hm-7B della versione più recente dell’ Ariane 5, che è invece utilizzabile una sola volta. Infine, l’apertura del firing, cioè dell’ogiva nella parte superiore e il rilascio del carco utile. Si dovranno poi attendere tutti i parametri del volo per dare un giudizio definitivo su questo primo lancio di test, e programmare il secondo lancio già entro la fine di quest’anno.

Ariane 6 può essere lanciato in versioni differenti, a seconda del tipo di lancio, e quindi di potenza alla partenza: Ariane 64, cioè con quattro booster a propellente solido (P120), che avrà un peso al decollo di circa 860 tonnellate e permetterà di completare missioni con un carico utile di 11 tonnellate verso l’orbita geostazionaria e 20 tonnellate verso orbite basse; Ariane 62, con i due booster a propellente solido (i P120, derivati dal razzo Vega realizzato da Avio a Colleferro), avrà un peso al decollo di circa 530 tonnellate. Sarà in grado di trasportare 4,5 tonnellate di carico utile verso l’orbita geostazionaria e 7 tonnellate verso quella bassa. In entrambe le versioni, il vettore raggiunge i 62 metri d’altezza, e la 62 è quella del primo lancio di Ariane 6, che in questa occasione è alto 56 metri, poiché l’ogiva superiore che trasporta i satelliti è leggermente più bassa.

 Il contributo di Avio

Avio contribuisce al programma Ariane 6 fornendo non solo i booster a propellente solido P120C, ma anche le turbopompe ad ossigeno liquido per il motore dello stadio principale Vulcain 2.1 e per il motore Vinci dello stadio superiore. In futuro, Avio continuerà a fornire i booster P120C che verranno utilizzati in configurazione a due come per questo volo o a quattro per trasportare carichi maggiori.

Avio sta già lavorando a una versione più potente dei booster, denominata P160, che aumenterà la spinta del lanciatore e conseguentemente anche la capacità di carico, come, ad esempio, per compiere le missioni per la messa in orbita della costellazione satellitare Kuiper di Amazon. Il P160 sarà il più grande motore monolitico in fibra di carbonio al mondo e sarà usato anche dal Vega C.

Giulio Ranzo, Amministratore Delegato di Avio ha commentato: “Ci congratuliamo con l’ESA e ArianeGroup per il successo del volo inaugurale dell’Ariane 6. Siamo orgogliosi di contribuire a questo programma, che continuerà ad assicurare all’Europa un accesso indipendente allo spazio insieme al nostro Vega C”.

 

 

 

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