GLI INGREDIENTI DEL SISTEMA SOLARE SVELATI DA BENNU

Il piccolo asteroide potrebbe essere un frammento di un antico mondo oceanico

by Piero Stroppa

E’  iniziata l’analisi del campione di rocce che la sonda Osiris-Rex della Nasa, dopo un viaggio di andata e ritorno di sette anni e conclusosi lo scorso autunno, ha riportato a Terra dal piccolo asteroide Bennu.

Era stato scelto, oltre che per la relativa vicinanza al nostro pianeta, anche per la possibile presenza di sostanze rilevanti per comprendere l’origine dei pianeti e la nascita della vita. Le prime analisi confermano che l’asteroide ha conservato gli ingredienti originali che hanno formato il Sistema solare.

I materiali che compongono la regolite di Bennu condividono la composizione media delle condriti CI, con abbondanze elementari coerenti con quelle della fotosfera solare. Il campione, ricco di minerali argillosi, riflette inoltre il tipo di roccia rinvenuto nelle dorsali medio-oceaniche sulla Terra, dove il materiale del mantello interagisce con l’acqua.

“I campioni di Osiris-Rex forniscono nuove e talvolta sorprendenti scoperte che contribuiscono a porre importanti limiti sull’origine e l’evoluzione dei pianeti simili alla Terra”, ha detto Harold Connolly, della Rowan University di Glassboro.

I 54 elementi analizzati hanno rivelato, in particolare, polvere ricca di carbonio, azoto, composti organici e fosfati solubili in acqua, tutti elementi essenziali per la vita come la conosciamo oggi. Ma non è tutto: sfuggito ai dati di telerilevamento raccolti dalla sonda spaziale, il fosfato di magnesio e sodio ha colto di sorpresa il team di ricercatori che ha condotto l’analisi. La sua presenza, senza eguali per purezza e dimensione dei granuli, suggerisce che l’asteroide potrebbe provenire da un piccolo mondo oceanico ormai scomparso.

A partire dalla loro formazione, le rocce extraterrestri dell’asteroide hanno mantenuto il loro stato originale, senza mai fondersi o risolidificarsi. Complessivamente, i risultati dell’analisi suggeriscono che i materiali che compongono la regolite di Bennu, sebbene alterati dall’acqua, abbiano conservato alcune firme del disco protoplanetario.

Nei prossimi mesi, decine di laboratori negli Stati Uniti e nel resto del mondo riceveranno porzioni del campione Bennu (che in totale ammonta a circa 250 grammi) e si attendono di conseguenza molte altre scoperte sulla natura di Bennu e sul passato del Sistema solare.

In uno dei prossimi numeri di Cosmo2050 sarà pubblicato un articolo di Cesare Guaita dedicato alle sorprendenti scoperte effettuate sui campioni di Bennu.

 

 

 

 

 

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